La tentazione di occuparsi d’altro è fortissima. A chi importa di quello che è accaduto domenica al Parco de’ Principi, l’albergo romano dove già nella Prima Repubblica si volevano tracciare i destini dello Stato, compresa la tragica strategia della tensione? A chi importano le occhiate di odio, le parole di dolore per il possibile finale di una grande storia, gli inviti sofferti alla nobiltà di gesti improbabili? A molti non più, da quando ogni rivendicazione di valori indirizzati a libertà e giustizia sono spariti, cancellati dall’interesse di pochi a far quadrato attorno a un capo.
Potremmo dimenticare il Parco dei Principi.