Napoli – L’udienza sulI’Italicum rimandata a dopo il referendum è una decisione di opportunità politica

20 Settembre 2016

Da ieri sera abbiamo la conferma – ove mai ci fosse ancora stato qualche laico dubbio – che il sistema di separazione e bilanciamento dei poteri non è più uno dei principi-cardine della nostra organizzazione statuale e, in definitiva, della concezione stessa di democrazia, così come  recepita nella Costituzione del ’48.

La quale prevede che:

1) la funzione legislativa  (da non confondere con ‘ l’iniziativa delle leggi ‘ : art.71 cost. ) spetta al Parlamento (art.70 ) che la può delegare al Governo solo ‘ con determinazione di principii e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti : art.76; Governo che ‘ non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria : art. 77 );

2) la funzione esecutiva o amministrativa spetta al Governo la cui politica generale è diretta dal Presidente del Consiglio che ‘ ne mantiene l’ unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l’ attività dei ministri : art.95 );

3) la funzione giurisdizionale è esercitata – in nome del popolo – da giudici che l’ art.101 prescrive siano ‘ soggetti soltanto alla legge ‘ . E se questa sottolineatura non fosse sufficientemente chiara , interviene il primo comma dell’ art.104 a ribadire che ‘ La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere ‘.

L’ equilibrio tra queste tre funzioni o poteri è essenziale e, direi, irrinunciabile per il regolare funzionamento di uno Stato che voglia dirsi democratico. Ogni volta che questo rapporto si sbilancia a favore dell’uno o dell’altro potere, la democrazia è in pericolo.

E’ in pericolo quando al popolo ‘sovrano ‘ è negato -come già riconosciuto per la legge elettorale definita ‘ Porcellum’-  di esercitare il proprio diritto di voto, secondo quanto prescritto dall’ articolo 48 della Costituzione, minando così alla base il principio della ‘rappresentatività’.

E’ in pericolo quando la maggioranza parlamentare che esprime il Governo non ha alcuna relazione con il programma di ‘ indirizzo politico e amministrativo’ sottoposto al giudizio del ‘popolo sovrano’ (in veste di elettorato attivo)  dal partito o dai partiti che formano quella maggioranza. E’ il caso, clamoroso, del governo in carica (e, in verità, anche del precedente governo Letta).

E’ in pericolo quando la funzione giurisdizionale e, in special modo, quella delicatissima esercitata dalla Corte Costituzionale viene piegata alle esigenze di opportunità politica, sconfessando così clamorosamente ogni dichiarazione di principio relativa alla ‘autonomia e alla indipendenza da ogni altro potere’ : è, appunto, ciò che si è verificato con la decisione di rinviare -a dopo lo svolgimento del referendum costituzionale- l’udienza sulla costituzionalità dell’ Italicum  fissata per il 4 ottobre.

Stiamo davvero vivendo una delle fasi più oscure della nostra storia democratica. Auguriamoci che i cittadini-non-sudditi di questo Paese se ne avvedano in tempo e avvertano la responsabilità di respingere – come nel giugno di dieci anni fa – questo ennesimo attacco ai principi liberali sui quali si fonda una seria democrazia rappresentativa.

(*) E’ socio di Libertà e Giustizia di Napoli

 

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