Renzi ignorante? Piuttosto grato e ubbidiente verso la finanza (Daily Mirror)

29 Giugno 2015

Derek Jones

Un socio di Libertà e Giustizia ricorda l’insofferenza alle Costituzioni anti-fasciste della banca J P Morgan. La stessa condannata negli USA per aver speculato con i titoli spazzatura, che hanno provocato la crisi del 2008, Oggi la JPMorgan – uno dei più forti sostenitori del nostro “darling” Matteo – deve affrontare almeno altre 9 indagini del governo USA, per la sospetta manipolazione del LIBOR (benchmark interest rate), fino ad altre altre accuse per illeciti penali sempre sui mutui sub-prime, dopo essere già stata condannata per la stessa ragione ad una multa di 13 milardi di dollari. Insomma, non esattamente un esempio di etica, virtù o correttezza nei confronti dei cittadini, investitori compresi. Chissà come sarebbe la Costituzione “a là JPMorgan”?

JP MorganRiferendomi a  Reichlin (articolo qui sotto), direi che più che “ignorante”,  il nostro Matteo Renzi appare “grato e ubbidiente”, tratto distintivo anche dei suoi più fedeli sostenitori parlamentari.  Matteo Renzi, il “darling” di J. P. Morgan, segue attentamente le direttive della finanza. Matteo è stato portato ad incontrare  Tony Blair (reclutato dalla JPMorgan anche per questo scopo) il 1° Giugno 2012  ed il 1° Aprile (sic) 2014,  sempre dalla JPMorgan. Come scriveva la Daily Mirror: “Renzi è il Blair italiano non solo nelle intenzioni politiche, ma anche nelle alleanze economiche. Un esempio? La JpMorgan”.

Quindi, data la posizione della JPMorgan sulle “Costituzioni anti-fascisti” della “periferia d’Europa”, a Matteo è stato dato anche il compitino di smantellare la nostra Costituzione.  Queste posizioni estremiste ed extra-parlamentari della J. P. Morgan (https://presencecounts.files.wordpress.com/2013/06/jpm-the-euro-area-adjustment-about-halfway-there.pdf) contro i “valori condivisi” scritti nella nostra Costituzione ora vengono seguite fedelmente dal “darling” Matteo.

La nostra Costituzione ha permesso  all’Italia di uscire da una situazione che sarebbe stata insuperabile per molti paesi e ricostruire un paese che si trovava in ginocchio alla fine della seconda guerra mondiale, portandoci ad un livello di democrazia e di qualità della vita mai conosciuti nella sua storia.
La nostra Costituzione ci ha permesso, tutti insieme (nonostante i tentativi, anche violenti, di qualche elemento rimasto fedele alla dittatura fascista) di risorgere dalla distruzione recata dall’avventura fascista e la guerra.  Quest’analisi del valore della nostra Costituzione, poi, non è né “socialista” né “di sinistra” (come descritta nella “denuncia” della JPMorgan)  come si può leggere negli scritti di tanti persone sicuramente non “di sinistra”.

 

Un esempio?    “. . . una Costituzione deve essere avvertita da tutti come “propria”. La Costituzione riformata non dovrà mai essere percepita e vissuta dai cittadini come la Carta del centrodestra o del centrosinistra. L’esperienza drammatica del secolo scorso ci ha insegnato che la base più solida del sentimento nazionale risiede nel valore del patriottismo costituzionale, quindi in quei princìpi di libertà, democrazia, uguaglianza e rispetto della persona che mettono al riparo i popoli dalle derive del nazionalismo aggressivo e del razzismo…  (  . . . . .)  All’Italia serve un nuovo patriottismo costituzionale anche perché già abbiamo la necessità di includere nella nazione italiana i nuovi cittadini che vengono da Paesi, mondi e culture lontani. E poiché alla base del sentimento nazionale non può esservi l’appartenenza etnica ma la volontà politica di condividere un destino e un progetto, non c’è nulla di più  solido e profondo se non l’identificazione nei valori sanciti dalla Carta costituzionale. . .” –  Gianfranco Fini  (Il Futuro della Libertà – Consigli non richiesti ai nati nel 1989).

Per capire meglio lo spessore etico della J. P. Morgan che si è permessa di criticare le costituzioni nazionali compresa la nostra, è bene ricordare una clamorosa vicenda di questa banca.  Che di recente, ha patteggiato con il “Department of Justice”  USA  una gigantesca “multa” di $13 miliardi (sì, miliardi) per aver venduto ad investitori  prodotti finanziari tossici con false rassicurazioni della loro qualità, che hanno causato la crisi del 2008. (http://www.reuters.com/article/2013/11/20/us-jpmorgan-settlement-idUSBRE9AI0OA20131120 ). Tre dei “top bankers” della JP Morgan responsabili materiali degli imbrogli sui mutui “sub-prime” sono ancora ai loro posti. Anzi no: uno è stato promosso!

Ma non finisce lì, perché la JPMorgan  – uno dei più forti sostenitori del nostro “darling”  Matteo – sta per affrontare almeno altri 9 indagini del governo USA per come assumono personale in Cina,  per la sospetta manipolazione del LIBOR  (benchmark interest rate), fino ad altre altre accuse per illeciti penali sempre sui mutui sub-prime.  Insomma, non esattamente un esempio di etica, virtù o correttezza nei confronti dei cittadini, investitori compresi. Chissà come sarebbe la Costituzione  “a là JPMorgan”?

Comunque, in Italia, la JPMorgan può stare tranquilla, non si vede all’orizzonte nessun politico, né istituzione dello Stato Italiano, che farebbe pagare ai banchieri i loro  imbrogli.  Infine, quindi, ci rimane di augurare:  Buon Lavoro, Matteo! e dai, forza! l’unico partito politico vero rimasto in Italia ormai l’hai quasi distrutto.  Avanti così!

29 Giugno 2015

(*) Derek Jones è socio del Circolo LeG di Bologna, inglese di nascita, vive e lavora in Italia ed ha acquisito la cittadinanza italiana.

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