Roma. La lettera di Maroni ai prefetti contro l’accoglienza degli immigrati? «Un’altra miserabile strumentalizzazione del centrodestra. Ma il governatore della Lombardia è un falso bersaglio». I veri responsabili allora? «L’Europa. Quella dei Cameron. O quella della Spagna, che sui barconi direttamente spara. Gli inglesi nemmeno vogliono sapere dove sta il Mediterraneo». E Renzi, il governo italiano? «Ma come è possibile pensare di risolvere mettendoci una pezza di fronte ad un esodo biblico, ad un fenomeno epocale, che minaccia di travolgere tutti noi e le democrazie occidentali?».
Professor Cacciari, il governatore della Lombardia insiste: vuol tagliare i fondi ai comuni che ospitano gli immigrati.
«Quel che va dicendo Maroni lascia il tempo che trova. Inapplicabile. Che coerenza e credibilità può avere del resto uno che da ministro dell’Interno ha firmato e approvato la ripartizione degli immigrati fra le varie regioni, e oggi afferma il contrario. Basta questa palese contraddizione per svelare come sia solo una becera operazione strumentale».
Detto questo, la faccenda non è chiusa…
«Per niente. E inutile giocare alle anime belle, far appello solo e soltanto alla categoria della solidarietà. Certo, l’accoglienza è un dovere anche morale, ma la solidarietà è l’ultimo anello, viene in fondo, dopo una lunga catena di interventi fin qui tutti mancanti».
Quali?
«Nessuna politica di partnership con i paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. Anzi, interventi militari e bombardamenti, appoggiati dal nostro paese, che hanno reso la situazione ancora più esplosiva. Nessun tentativo di stringere rapporti sul posto per tentare di sgonfiare le ondate dei profughi. Nessuna capacità di selezionare gli ingressi nel nostro paese, anche perché di nuova forza lavoro l’Italia ha bisogno, vista la natalità a tasso zero. Niente di niente. Allora, prendersela solo con Maroni è fin troppo facile».
A Renzi sulle quote in Europa sono in molti a dire di no.
«Diciamoci la verità. Renzi le quote deve chiederle, perché il nostro paese è la porta di ingresso, siamo la frontiera, l’avamposto. Ma se Renzi fosse al posto di Cameron, in Inghilterra, delle quote non fregherebbe nulla manco a lui».
Trionfa l’egoismo, il cortile di casa?
«Guardi, io darei il Nobel alla gente delle regioni del Sud per la generosità e lo slancio commovente, nonostante le difficoltà economiche che pure stanno affrontando, nell’accoglienza degli immigrati. Così come lo avrei assegnato ai pugliesi ai tempi degli sbarchi degli albanesi. Quindi, insisto, non la metto sul piano della solidarietà quanto su questa incredibile assenza di interventi delle istituzioni a tutti i livelli».
Ma se la situazione diventa ingestibile la gente alla fine si stanca e chiede di rimandarli tutti a casa. E così?
«Il corto circuito è proprio qui. Il fenomeno dell’immigrazione è totalmente non governato. I centri di accoglienza scoppiano. Gli sbarchi invece di fermarsi si moltiplicano in modo vertiginoso. In quanti sono dall’altra parte in attesa di salire sui barconi? Un milione, due, tre? La convivenza in certe zone delle nostre città diventa sempre più complicata. E per forza che la gente se ne lamenta, si sente sempre più insicura. E sappiamo che tipo di reazioni può innescare il sentirsi minacciati, le ronde e le spedizioni. L’assenza di sicurezza può diventare letale per la democrazia. Il politico deve tenerne conto».
Renzi propone di allentare il patto di stabilità per i comuni virtuosi nell’accoglienza.
«Assurdo. Quel patto va azzerato a prescindere».
E le scelte del Pd?
«Chiacchiere ideologiche. Poi, con Mafia Capitale, personaggi del centrosinistra e centrodestra si spartiscono affari sulla pelle degli immigrati con i soldi destinati all’accoglienza. E ai cittadini chiediamo sempre di comportarsi da eroi?».
la Repubblica, 10 giugno 2015
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