E’ UNA mezza doccia fredda quella che si beccano gli iscritti Pd che hanno fondato il comitato promotore del referendum anti “Toscanellum”. Tra loro ci sono consiglieri comunali di Palazzo Vecchio come Alessio Rossi e dirigenti fiorentini come Doriano Pagliai, Francesco Piccione, Maria Grazia Pugliese, Jacopo Ghelli, George Sansom, Costanza Tortù, Nicolina Cavallaro. Tutti esponenti rigorosamente non renziani, ex cuperliani o vicini a Civati, ma in questo caso decisi a chiedere un referendum consultivo tra gli iscritti sulla base dell’articolo 42 dello statuto, quello sulla partecipazione: «Ci consideriamo uno strumento di democrazia del Pd, intendiamo modificare la proposta di legge elettorale su due punti: le liste bloccate e la soglia di sbarramento al 3 per cento», scrivono i membri del comitato anti “Toscanellum”, da ieri formalmente al lavoro per trovare le firme necessarie a proporre la consultazione a livello regionale. Quante ne servono? Il 5% degli iscritti toscani del Pd, dunque alcune migliaia.
Uno sforzo non da poco a cui a quanto pare intende mettere i bastoni tra le ruote il segretario metropolitano del Pd Fabio Incatasciato, il “padrone di casa” della festa dell’Unità in corso alle Cascine fino al 14 settembre: la discussione cominciata mercoledì notte alla Festa dell’Unità non ha dato risultato positivo: niente permesso per raccogliere le firme tra gli stand. Perché dare spazio ad una rivendicazione che di fatto apre una rotta di collisione frontale con la linea del Pd regionale, che sul Toscanellum ha già pure trovato un pre-accordo con Forza Italia? Questo è pressappoco il ragionamento di Incatasciato. E così alla richiesta di mettere i banchini alla festa da parte del comitato promotore per ora la risposta è stata «no». Con tanti saluti alla partecipazione.
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