Riforme costituzionali e qualità della democrazia

20 Giugno 2014

Nell’incontro con il costituzionalista Gaetano Azzariti e con il senatore Walter Tocci parleremo, oltre che di Riforme costituzionali, di “qualità della democrazia”.
Non è questione di contorno. E’ il centro del problema.
Il circolo LeG di Ravenna organizza l’incontro “Riforme costituzionali e qualità della democrazia” , lunedi 23 giugno presso la Sala D’Attorre, Via Ponte Marino, Ravenna.

logo_leg_senza_didascaliaNell’incontro del prossimo 23 giugno con il costituzionalista Gaetano Azzariti e con il senatore Walter Tocci parleremo, oltre che di Riforme costituzionali, di “qualità della democrazia”.
Non è questione di contorno. E’ il centro del problema. Calamandrei definì la Costituzione del 1948 “la rivoluzione promessa”. Dopo due decenni di dittatura fascista, “regime reazionario di massa”- così la definì nel 1933 con acuto occhio storico Palmiro Togliatti, che già vedeva il “consenso attivo” che il fascismo aveva – venne disegnata dai Costituenti, quasi tutti donne e uomini antifascisti, una Repubblica democratica.  Che genere di democrazia venne pensata e scritta? Una democrazia che si affida a rappresentanti che rappresentano, ognuna/o di loro, la Nazione, che fonda la sovranità sul popolo non onnipotente in base ai numeri ma che agisce entro i limiti precisi che si dà, in primis la Costituzione stessa e le leggi coerenti con questa. Ben prima che Alexis de Tocqueville diventasse di moda, madri e padri costituenti ben sapevano i rischi che si correvano quando la maggioranza diventava dittatura, senza limiti né freni.
La nostra Costituzione i limiti li disegna tutti. Le libertà e i diritti indiscutibili sono in capo alle persone, una per una. L’Esecutivo non può fare quello che vuole ma “esegue” gli ordini legislativi che provengono dal Parlamento. Il Parlamento disegna le leggi ma non le esegue. La Magistratura è sovrana nell’interpretarle ed applicarle, ma non le fa. Il primo dei limiti è il rispetto per la persona, per la sua cittadinanza, per la sua salute, per la sua dignità quando lavora. Tutti limiti imposti ai poteri variamente oligarchici che facilmente, da sempre, hanno la tendenza a debordare.
I Costituenti – di Camere – ne disegnarono due. L’accentramento dei poteri durante la dittatura fascista, il Duce imperante, il Gran Consiglio che identificava Partito, Governo e Stato erano ancora lì che bruciavano. La mortificazione che il fascismo fece del Parlamento non doveva ripetersi. Meglio che le Camere siano due, pensarono, come in altre realtà, per esempio in Inghilterra e in USA. Davano per scontato che in Parlamento arrivassero persone serie e preparate, qualunque fosse  la loro collocazione politica, e che avrebbero lavorato nel pieno rispetto delle Istituzioni e delle leggi. Mai avrebbero pensato che, come ci raccontò una volta Oscar Luigi Scalfaro, arrivassero in Parlamento persone che – in gran numero – la Costituzione nemmeno l’hanno letta. Mai pensavano che avremmo avuto una legge elettorale peggiore della legge truffa che all’inizio degli anni Cinquanta fu velocemente bloccata.
Allora i tempi della politica erano meno lunghi, chissà perché, e la Costituzione era quella di oggi. Il porcellum anticostituzionale – questa è una vera urgenza – presenta un maggioritario spropositato, con parlamentari “nominati” e non scelti dal popolo. Tutto questo fuori e contro la Costituzione. Colpa del Senato? E l’Italicum, è il parere di molti costituzionalisti, peggiora il Porcellum. Il governo attuale – e non è suo compito – ha presentato una proposta di legge costituzionale che mette mano al Senato. Quello di adesso fa perdere tempo e costa. Argomento veloce e di facile presa. Viene da pensare che, se così è, si può abolire e tutto fila via veloce. In realtà, il governo vuole un Senato non eletto dal popolo, ma “nominato” dalle Regioni. Un’altra cassa di risonanza in mano ai partiti. Invece, l’articolo 67 della costituzione è uno dei più importanti perché riconosce pienamente la dignità del mandato parlamentare che l’eletto onora “senza vincolo di mandato”, perché rappresenta la Nazione e non, quando arriva in Parlamento, il partito da cui proviene o che lo ha candidato.
I Costituenti vollero garantirci che i nostri rappresentanti, arrivati in Parlamento, avrebbero lavorato con serietà ed impegno, studiando le carte, scrivendo leggi, discutendole, facendo proposte. Le Commissioni parlamentari servono per questo. Invece, vediamo che la longa manus di maggioranze di partiti “comandano” ai parlamentari cosa debbono fare o dire. Chi non si adegua viene rimosso, come è accaduto a  Corradino Mineo. Il regolamento del Senato prevede sostituzioni (malattie, altri incarichi, per esempio), non rimozioni di dissenzienti. Aspetto di sentire in merito il parere del Presidente Piero Grasso. Quale è la qualità di una democrazia così intesa? C’è un ritorno inquietante alla identificazione di partito e Stato. Lo vedo nei due partiti in questo momento maggiori, Pd e 5 Stelle.
Quando accadeva nella Casa delle Libertà mi stupivo meno. Chi non si adegua è rimosso, perché la maggioranza la pensa diversamente. A cosa servono i Parlamenti allora, se le maggioranze che contano si decidono nelle assemblee nazionali di UN partito, o fra gli iscritti, in calo, alla Rete di UN movimento? La qualità della nostra democrazia cresce, con il crescere di chi non va a votare, il secondo “partito”, alle ultime europee? Il voto alla europee era per queste riforme, come ora ci si dice? Semplificazioni e slogan, propaganda da campagna elettorale continua. E’ parere molto diffuso, fra studiosi e fra opinionisti, che gli spazi della politica stiano riducendosi rispetto ai forti poteri economici e finanziari che decidono, al di fuori dalle Istituzioni. E’un problema certamente non solo italiano. E in Italia vogliamo ridurre lo spazio politico reale anche all’interno delle Istituzioni?
La qualità della democrazia va veramente pensata/ripensata a fondo. Possibilmente senza slogan, ma approfondendo, discutendo, ricercando informazioni, aprendo spazi pubblici di confronto, chiedendo a chi ci rappresenta in Parlamento di tenere aperte porte e finestre in relazione con l’opinione pubblica attiva, sicuramente minoranza, ma più robusta della minoranza silenziosa che non vota. In provincia di Ravenna i Comitati in difesa della Costituzione hanno sempre cercato il confronto con gli eletti. Confronto solo a volte concesso e non coltivato.
Abbiamo di nuovo invitato i parlamentari eletti nella Provincia di Ravenna all’incontro del 23 giugno, occasione di confronto con Azzariti, con Tocci e con noi. Il dialogo sarà esteso alla cittadinanza presente. Walter Tocci fa parte dei 14 senatori autosospesi per solidarietà con Mineo. Ho apprezzato il suo forte gesto, che resta fedele alla promessa rivoluzionaria che è/fu(?) la Costituzione. Una rivoluzione di idee rispetto alla storia italiana precedente. Una rivoluzione politica e culturale che indicava pratiche necessarie, quasi sempre disattese. Perché quasi sempre disattese? Questo è il punto.

Comunicato stampa

L’abolizione del Senato elettivo viene presentata come una urgenza che salverà la qualità della democrazia. In un paese, il nostro, continuamente scosso dalla corruzione e dalla illegalità diffusa – a proposito di urgenze che minano la convivenza civile e la fiducia nella politica, senza la quale ogni democrazia muore – ci sembra che il tema delle riforme necessarie e della democrazia vada affrontato tenendo lontane semplificazioni e slogan che mortificano la politica e la democrazia stessa.
Temi di grandi importanza stanno diventando aspro conflitto interno ai partiti e ai gruppi parlamentari. Il confronto e l’approfondimento vengono visti come inutile perdita di tempo. Chi manifesta dubbi e fa proprie proposte viene “destituito” dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, come è accaduto ai Senatori Mineo e Mauro. Il superamento dell’attuale legge elettorale (porcellum) dichiarato incostituzionale dalla Corte, presentato fino a pochi mesi fa come priorità assoluta, sembra essere ora in secondo piano, ma le ipotesi che circolano (italicum) presentano vizi di incostituzionalità non inferiori al porcellum. Almeno, questo è il parere di molti costituzionalisti. Uno dei primi compiti che i Comitati in difesa della Costituzione si sono dati è informare la cittadinanza, che segue con difficoltà una materia che necessita di approfondimento, di confronto reale e di grande rispetto per le Istituzioni e per chi le rappresenta.
Ci aiuteranno in questo compito Gaetano Azzariti, costituzionalista ( Università Sapienza di Roma) e Walter Tocci, Senatore, che si è recentemente autosospeso per solidarietà con i colleghi “destituiti”.
All’incontro sono stati invitati i deputati e i senatori eletti nella Provincia di Ravenna. L’incontro di dialogo e confronto è promosso dai Comitati in Difesa della Costituzione di Bagnacavallo, Faenza, Ravenna e da Libertà e Giustizia, circolo di Ravenna.
La cittadinanza è invitata ad essere presente e a partecipare al dialogo.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Leggi anche

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.

×