Dopo Parma, più di Parma. Perché Livorno è un luogo simbolo per la storia della sinistra. Qui è nato il Pci, qui ha governato dal dopoguerra anche con personaggi di grande caratura. Ma 70 anni ininterrotti di potere possono diventare una zavorra se non si sa cambiare strada, se il governo diventa conservatorismo. Come è accaduto ai gruppi dirigenti del Pd, incapaci di cogliere cosa si muovesse nel profondo della società. E i livornesi, campioni del ribellismo, hanno deciso che era tempo di rischiare fino in fondo e mandare a casa il “partitone”. Così, con un clamoroso voto bis l’hanno ribadito dopo il messaggio chiaro del primo turno. E Filippo Nogarin, ingegnere aerospaziale, ha dunque conquistato la fascia di sindaco in un 8 giugno che passa alla storia della città. Intorno a M5s, nel segno del basta Pd, si sono coagulate tutte le opposizioni, dall’estrema destra all’estrema sinistra, mentre alle urne è andato a malapena il 50% degli elettori. E’ un risultato che ha colto di sorpresa i vertici del Partito democratico, convinti che alla fine i livornesi non avrebbero scelto l’avventura. Nell’idea che il Pd in fondo fosse sempre il “mi’ bimbo”, da schiaffeggiare ma riprendere in casa. Così non è stato e Livorno è l’unica città nei ballottaggi toscani che gira le spalle al centrosinistra, anche se a Cecina – stessa Federazione Pd, stessi problemi – è stata battaglia fino all’ultimo voto.
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