Alla vigilia della discussione sugli emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali del Senato, che comincia il 4 giugno, l’intesa non appare scontata. All’interno i testi in discussione: il testo del governo
, quello di Vannino Chiti
e quello sul modello francese
presentato da Miguel Gotor. Infine la proposta di Gustavo Zagrebelsky
Alla vigilia della discussione sugli emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali del Senato, che comincerà domani, 4 giugno, l’intesa non appare scontata.
Il disegno di legge Chiti, attorno al quale si erano compattati ad aprile 20 senatori democratici, è stato ripresentato sotto forma di emendamenti, con la volontà di non fermarsi davanti alla mediazione rappresentata dal modello francese – con l’elezione indiretta dei senatori – verso il quale sembra ormai orientata la scelta del governo.
– A.S. n. 1429 “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione”
– Il disegno di legge costituzionale d’iniziativa dei senatori Chiti, Albano, Amati, Broglia, Capacchione, Casson, Corsini, Cucca, D’Adda, Dirindin, Gatti, Giacobbe, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Silvestro, Spilabotte, Tocci, Turano.
– Il Senato modello francese (Proposta Gotor).
– Riforme e pregiudizio – La proposta di Gustavo Zagrebelsky