Comunicato stampa del circolo di Lamezia Terme

04 Aprile 2014

COMUNICATO DEL CIRCOLO   LIBERTA’ E GIUSTIZIA –  LAMEZIA TERME –

A proposito del DdL sulla riforma della Costituzione

Da tempo auspichiamo la fine del bicameralismo perfetto e un diverso ruolo del Senato, la necessità di ripensare il titolo V della Costituzione, la soppressione delle provincie, degli enti inutili e tra essi anche del CNEL. Riteniamo giusta anche  la volontà del  presidente Renzi di affrontare con decisione e risolutezza i temi economici e politici che affliggono l’Italia a partire dai problemi del lavoro e dell’occupazione e ci auguriamo fortemente che il tentativo di fare uscire il Paese dalla grave crisi economica e sociale che lo investe da anni, possa essere portato a termine con successo. Ne va del futuro del nostro Paese. Non abbiamo dunque alcun pregiudizio sul Presidente del Consiglio. Nonostante la sua ascesa a Palazzo Chigi, pur confortata dal  personale consenso delle Primarie, sia avvenuta senza la legittimazione del voto.
Non ci convince però il modo sbrigativo con il quale il Parlamento, non pienamente legittimato, voglia affrontare la riforma della seconda parte della Costituzione. Diffidiamo, infatti, di un metodo di lavoro basato sull’eccessiva semplificazione e sull’impazienza, sul “fare presto più che bene”, specie in riferimento alla modifica di norme costituzionali.
Così facendo, Renzi e il Consiglio dei ministri, ritengono di dare risposta a quell’idea populista e malsana che vede, anche nella riforma istituzionale, il taglio delle spese (molto poche per la verità) come la soluzione ai mali dell’Italia,  e così facendo  sacrificano in tutta fretta un pezzo importante dell’impianto istituzionale dello Stato e, almeno negli ultimi venti anni, tanto sottovalutato (si pensi, al riguardo, quante sarebbero state le leggi ad personam che, senza il Senato, Silvio Berlusconi avrebbe fatto approvare).
Preferiscono imputare i ritardi e gli errori della politica, delle scelte economiche e sociali, della formazione delle leggi, alla presenza del Senato della Repubblica, piuttosto che alla responsabilità delle classi dirigenti che si sono succedute nel tempo, all’errata modifica del titolo V, alla scellerata legge elettorale con la conseguente diversa composizione delle Camere e delle rispettive maggioranze.
Volutamente i Padri costituenti avevano distribuito ed equilibrato i poteri dello Stato per scongiurare e impedire svolte autoritarie e populiste. Con l’art. 138, poi, hanno voluto prevedere, in ragione del rafforzamento e mantenimento della qualità della democrazia, la più ampia partecipazione possibile al processo di riforma delle leggi costituzionali.
Proprio in coerenza con questo spirito costituente, occorre auspicare un confronto ampio e approfondito in Parlamento e anche al di fuori di esso. Riteniamo, pertanto, che il parere e le riflessioni di insigni costituzionalisti, tra i quali Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Roberta De Monticelli e altri ancora,  non siano un inciampo fastidioso e da evitare, ma un tesoro a cui attingere per decidere al meglio sulle modifiche costituzionali.
Tacciare gli intellettuali e buona parte dei costituzionalisti del nostro Paese di snobismo e di distacco dalla realtà dei problemi quotidiani è ormai una pratica molto diffusa oggi e costituisce un segno tangibile del decadimento culturale italiano. La memoria storica del Paese, così come il pensiero “lungo” non possono essere  considerati una zavorra da cui è necessario liberarsi per rimettere in piedi e rilanciare l’Italia del presente.
Quella che verrà presentata in Parlamento rischia di essere un’altra riforma frettolosa fatta a maggioranza che, lungi dall’avvicinare le istituzioni ai cittadini, le rende ostaggio delle maggioranze di turno. Ma, a nostro avviso, non è con questo approccio che si deve procedere alla modifica dell’impianto costituzionale, né vale ricordarci che sono gli italiani a chiederlo, che è il popolo che lo pretende!
Non fu proprio il popolo a pretendere la salvezza di Barabba?
Sulla scorta di tali riflessioni, vogliamo credere ancora che nel Parlamento e nel Paese prevalgano il senso di responsabilità e la voglia di un confronto ampio e civile tra le forze politiche finalizzato a rendere sempre più effettivi, efficaci e attuali i valori della Costituzione che tutto il mondo riconosce e apprezza.
Lamezia Terme 02.04.2014
Circolo Leg di Lamezia Terme

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