In questi giorni il dibattito politico locale è incentrato sui congressi di circolo del PD in vista dell’ assise provinciale. In verità a leggere giornali, blog, e social network, il tema più gettonato non è il confronto politico tra le tesi dei vari candidati alle segreterie locali o nazionali, ma il tesseramento last-minute a quel partito e al supposto mercimonio dei voti congressuali a favore di questo o quel gruppo interno degno della migliore tradizione partitocratica della Prima Repubblica.
Tralascio i commenti, le denunce e quant’altro che riempiono i media da Torino a Roma, è un fatto però, non contestato, che a fronte di una limitata partecipazione degli iscritti al dibattito politico, vi è un afflusso notevolmente maggiore al voto, anche con code ai seggi trasformando le assise in un votificio.
Con questa mia vorrei sottolineare un fatto politico, diretta conseguenza di tutto ciò, che avrà sicuri riflessi sulla scelta dei candidati a sindaco delle amministrative della prossima primavera e che è stato trascurato nei commenti, ma che trascurabile non è.
Lo Statuto e i regolamenti del PD, partito che sino ad oggi governa la maggioranza dei comuni della Zona Ovest di Torino, prevede che la scelta dei candidati sindaci avvenga tramite il sistema delle primarie di coalizione.
Ora è evidente da quanto emerge dalle cronache , che in quel partito esistono i padroni delle tessere e dei voti in grado di orientare un certo numero di elettori delle primarie, tali per cui, in un momento di diffusa e forte disaffezione verso la politica con relativamente basse percentuali di votanti, è molto facile orientare il risultato, il tutto a prescindere dalla qualità dei candidati e dalla loro proposta politica. In questo modo si premia la fedeltà verso i potentati locali a scapito della libera concorrenza e della meritocrazia.
E’ evidente che, in caso di primarie di coalizione, per i candidati, in particolare quelli che non dispongono di “consenso organizzato”, le primarie rappresentano una corsa ad handicap, come quelle dei cavalli al galoppo, quindi sostanzialmente falsate e inique.
Non solo, ma tramite le primarie di coalizione, viziate da questi fattori di handicap, si contraddice lo spirito della legge elettorale per i sindaci.
Questa legge, rispetto a quanto avveniva con quella precedente, prevede che non sia eletto sindaco il candidato frutto di accordi di coalizione a posteriori fra i partiti, in base alle preferenze raccolte, ma direttamente dai cittadini a prescindere dalle preferenze , che per il candidato sindaco non ci sono e quindi, per realtà comunali medio-grandi indipendenti dal voto organizzato e libere dal condizionamento dei padroni delle tessere/voti
Con le primarie di coalizione caratterizzate da candidati dei gruppi di potere personale, si torna quindi , di fatto, alla vecchia legge, che aveva fortemente ridimensionato il loro potere di condizionamento a favore della libera espressione e valutazione del cittadino. E’ un ritorno, anche a livello locale ai soliti giri oligarchici (neppure intesi nel senso greco del termine: i migliori ) della politica.
Quindi l’ aver evidenziato pubblicamente in occasione dei congressi di circolo, non solo fatti moralmente inaccettabili, ma la predominanza del voto organizzato sul voto libero, indebolisce, se non annulla, ogni ipotesi di primarie di coalizione ( a meno che gli altri competitor della coalizione non siano masochisti o di prendere atto che esse sono il frutto già di un accordo tra i candidati e quindi di essere davanti a finti momenti di partecipazione democratica).
Tutto ciò non può che tradursi in due sostanziali richieste: la prima che le primarie sono un valore se sono regolamentate per legge individuando, in particolare gli aventi diritto a far parte dell’ elettorato attivo; la seconda necessità, ormai inderogabile, di dare, per legge, piena attuazione all’ art. 49 della Costituzione , quello che prevede il diritto alla libera associazione in partiti, atteso da oltre sessant’ anni, ma mai attuato.
Esiste anche una terza ipotesi, a dir il vero molto ottimista, che le primarie locali di coalizione vedano un’altissima partecipazione dei cittadini, tale da rendere ininfluenti i padroni delle tessere. Ma i tempi non mi paiono i più propizi e certo le vicende di cronaca non incentivano i cittadini onesti all’ impegno. E, a pensar male , c’è da domandarsi se tutto ciò non sia voluto?
Valter Morizio è coordinatore del circolo di Rivoli