Il 14 Maggio, presso la sala CAM di via Garibaldi, abbiamo avuto il previsto incontro con Mattia Calise, consigliere M5S al Comune di Milano, sul tema “Trasparenza e partecipazione civica”. Era accompagnato da Stefano Stortone, del Centro Studi Democrazia Partecipativa.
In primo luogo il nostro ospite ha raccontato qualcosa dell’esperienza vissuta finora al Consiglio Comunale. L’impressione del neoconsigliere è quella di un ambiente politico ostile – riferisce di accesi dibattiti in Consiglio interrotti per lasciare il posto a trattative riservate in separata sede, escludendo il “terzo incomodo” – e di una burocrazia amministrativa condizionata dal contesto politico, al punto di frapporre ostacoli a legittime richieste di atti pubblici (per esempio sulla situazione dei derivati).
In secondo luogo ha parlato degli strumenti che considera adatti a una democrazia partecipativa. Laddove l’amministrazione locale è carente o in ritardo nell’informazione ufficiale al cittadino, per esempio su delibere e documenti allegati, niente impedisce di pubblicare gli atti pubblici per altra via. Inoltre, per una più incisiva partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, lo statuto comunale può essere modificato, a fronte di una proposta di iniziativa popolare, per ammettere un referendum di tipo deliberativo. Ovviamente si pone una questione di priorità e di coerenza delle decisioni partecipate, che impone l’adozione e la messa a punto di processi appropriati.
Infine Mattia Calise ha messo in evidenza come il M5S sia attivo nella propagazione dell’uso della rete e di iniziative collegate e stia lavorando per il buon funzionamento di una piattaforma di interazione fra cittadini e parlamentari.
Stefano Stortone ha parlato di “bilancio partecipativo”, descrivendone l’origine nell’esperienza del Brasile e l’applicazione in realtà a noi vicine, dove si confida nella capacità di fare rete per assicurare il massimo di comunicazione e condivisione.
Nella discussione che è seguita si è toccato il tema della conflittualità associata a decisioni che chiamano in causa interessi diversi e si è evidenziata la possibilità di impiegare meccanismi di gestione tempestiva e partecipativa dei contrasti.
Si è considerata anche la questione non irrilevante di accompagnare alle buone pratiche la formazione di una visione politica e di un modello di società che tragga alimento dall’esperienza storica, oltre che dall’evoluzione tecnologica.
Si è convenuto che a questo primo incontro potrebbero opportunamente farne seguito altri, allargando il discorso ad altri elementi dello scenario politico-sociale e coinvolgendo altri soggetti.