Non ricordo una vigilia di elezione come questa. Anzi, forse sì, una soltanto. Quella del 1992, con la mafia che intendeva guidare il gioco, escludere questo o quello, intavolare in segreto la grande trattativa.
Ma allora la situzione era almeno evidente: evidente il peso che gravava sulle istituzioni, evidente che gli attori si muovevano su piani sovrapponibili.
Il sistema ebbe un soprassalto e elesse Scalfaro, pensando che fosse uno dei suoi: si sbagliò. Così, almeno, la penso io.
Oggi è molto peggio. Nel senso che nelle ore della vigilia sentiamo tutti il peso insopportabile delle cose non dette. C’è un macigno che pesa sulla Repubblica. Ma di che natura è fatto? Di cosa si tratta?
Solo con la presenza di questo non detto, si spiega la condotta di chi potrebbe eleggere un grande presidente e invece si perde nel buio delle conventicole, in mille maneggi sotterranei.
Il potere occulto è in piena attività. Sono questi i suoi grandi momenti, i momenti in cui tratta per la sua sopravvivenza.
Sarebbe l’ora che ci si ribellasse, a questo non detto della Repubblica.
Chi sta facendo accordi e non considera i nomi che i cittadini si aspettano ma solo quelli che emergono dai cerchi del potere romano, sappiano che la loro condotta è indecifrabile. Incomprensibile alla maggior parte degli italiani.
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