Dietro la sconfitta della Moratti a Milano c’è anche la ribellione della società civile al vuoto strategico e agli estremismi di Bossi e Berlusconi. È l’analisi per l’Espresso di Marco Vitale, economista bresciano e, tra l’altro, assessore alle Attività Economiche della Giunta Formentini a Milano all’inizio degli anni ’90. Secondo Vitale, i punti chiave per cercare di capire cosa sta succedendo sono quattro. In primo luogo ci sarebbe l’ insoddisfazione per la gestione Moratti, soprattutto sull’Expo. Il voto ‘esprime una ribellione contro il vuoto strategico, contro un piano territoriale al servizio esclusivo o quasi della cementificazione ulteriore della città, all’insufficienza degli interventi in materia di ambiente e mobilità e tante altre cose che rendono l’abitabilità di Milano sempre più insoddisfacente’. In secondo luogo si è di fronte ad una svolta politica e culturale. “Milano, città inserita in tanti nodi internazionali – scrive Vitale – ha capito che la combinazione micidiale di un populismo plebeo (Lega) e di un populismo plutocratico (Berlusconi) la stava portando in una direzione non soltanto contraria al suo Dna ma contraria ai suoi interessi”. Il terzo punto è il ‘corretto posizionamento di Pisapia‘, che ha saputo senza tradire le sue radici di sinistra, proporsi come una persona capace di unire componenti diverse della città, senza farsi mettere il cappello in testa da nessuno dei partiti. Il quarto punto è il sostegno a Pisapia del movimento Gruppo dei 51, promosso da Piero Bassetti e di altre frange della borghesia professionale che ha deciso di schierarsi con il candidato del centrosinistra.
Nel corso del primo incontro con i cittadini di Giuliano Pisapia, dopo il voto del 15 e 16 maggio, Davide Corritore ha illustrato una dettagliata analisi del voto che ha decretato il primo successo del candidato sindaco di centrosinistra. Il Teatro Smeraldo è gremito.
Le slides dello studio si possono leggere qui. Oppure qui: 1_TURNO. In particolare, Pisapia ha ottenuto più preferenze dalle donne, è riuscito a convincere lavoratori autonomi soprattutto (52,1% a 35,9) e dipendenti, studenti e disoccupati. I meno convinti sono invece i pensionati (43,5 per Pisapia, 49,3 per Moratti) e le casalinghe (40,9 a 51,1)che premiano la Moratti. Boom di preferenze tra i giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni (45,5% per Pisapia, 39,4 per Moratti). Gli elettori di altre fasce d’età sono equamente distribuiti tra gli elettori di centrodestra e di centrosinistra. La forbice si amplia se si considerano gli elettori dal punto di vista della scolarizzazione: più è alto il grado, più si spostano su Pisapia (59 a 27).