Il paese risuona di appelli contro la crisi, il Presidente della Repubblica esorta giustamente il Parlamento ad occuparsi della difficile situazione in cui versa l’economia, l’attenzione di tutti è sulla vicenda di Pomigliano, proprio oggi il sindaco de L’Aquila ha lamentato la mancanza dei soldi necessari per la ricostruzione della città terremotata.
E cosa fa il presidente del consiglio? Con una mano, propone al Parlamento ed al paese una manovra finanziaria fatta di tagli agli enti locali e dunque ai servizi sociali e alla sanità, nel nome dell’austerità di bilancio. Con l’altra decide la distribuzione a sé e ai suoi figli di utili Fininvest, relativi al solo esercizio 2009, per la formidabile somma di 200 milioni di euro (pari a circa 400 miliardi delle vecchie lire).
Dunque, la famosa promessa di ricchezza che ha dato le ali alla discesa di Berlusconi nell’agone politico, se non si è avverata per il paese e per i poveri illusi che lo hanno votato, certamente si è avverata per Berlusconi stesso, e non da oggi. Ma oggi è particolarmente scandaloso assistere allo scontro tra una diffusa incertezza sul futuro, con il diffondersi di condizioni di vita sempre più problematiche per molte famiglie, da una parte, e l’abnorme ricchezza del capo del governo e dei suoi famigliari, dall’altra.
Non si dica che siamo arcaicamente legati ad un pregiudizio anticapitalista, non è vero e non è questo il punto: Berlusconi non è un imprenditore qualsiasi, è uno che ha chiesto ripetutamente i voti degli elettori con promesse mai mantenute di sviluppo e di crescita per tutti; è – in quanto esponente politico di governo – uno che avrebbe il dovere di curare anzitutto il bene collettivo, il benessere della società. Così non è, lo testimonia un paese che ha visto in questi anni crescere la povertà e l’ineguaglianza e diminuire le prospettive per i suoi giovani cittadini.
Noi di Libertà e Giustizia facciamo una proposta al capo del governo: che devolva alla ricostruzione de L’Aquila i 200 milioni di utili Fininvest di quest’anno. Così facendo, certo non pregiudicherebbe il tenore di vita proprio e dei suoi famigliari e contribuirebbe invece a migliorare la vita dei cittadini che lo hanno votato.