Stamattina ho visto un deputato, fazzoletto verde al taschino, entrare alla Camera. Poi l’ho notato parlare animatamente al cellulare, mentre passeggiava in Transatlantico. Infine l’ho seguito con la coda dell’occhio mentre entrava in aula. Allora sono salito in tribuna-stampa per seguirne le mosse: sì, ha messo più volte le mani sui tasti, per votare. Ed ha votato. Cioè ha fatto il suo dovere. Meglio, avrebbe fatto il suo dovere se non fosse stato e non fosse tuttora un abusivo. Il deputato di cui parlo è infatti il leghista Roberto Cota, eletto due mesi fa “governatore” del Piemonte. Si è prontamente dimesso da capogruppo della Lega, ma non si è dimesso ancora da deputato, carica che riveste del tutto illegittimamente dal momento che ha voluto ricoprire (legittimamente) la carica di presidente di una giunta regionale. Uno scandalo.
E’ uno scandalo insolato? Niente affatto. A parte il fatto che c’è un piccolo esercito di deputati e senatori (tutti, assolutamente tutti del centrodestra) che oltre all’incarico parlamentare conserva la presidenza di una Provincia o fa il sindaco di grandi Comuni, a parte questo, dicevo, anche il vice di Cota, e cioè il vicepresidente della regione Piemonte Roberto Rosso (deputato berlusconiano) non solo mantiene illegittimamente la doppia carica, ma per giunta gioca sui due tavoli a carte scoperte. Gli rimproverano di essere assente alla riunione del Consiglio regionale che esamina il bilancio? “Malattìa”, è la sua giustificazione ufficiale. Salvo poi ad essere sorpreso, quello stesso giorno, alla Camera. A votare pure lui, come Cota. Allora spunta la giustificazione – come dire? – aggiuntiva: “Ero a Firenze per un check-up. Poi nel pomeriggio sono andato a Roma.” E giù lo sfogo: “Possibile che in Italia non si possano neppure avere problemi di salute?”.
Ma il bello (anzi: l’indecente) sta nella qualità della “giustificazione” che Cota ha accampato iersera in TV. Ha detto di aspettare le decisioni della Camera. Eh, no, onorevole Cota. Questo significa cercare di prendere per fessi lettori ed elettori. C’è qualcosa più in alto della legge sulle incompatibilità e delle decisioni (politiche) della giunta per le elezioni che chissà se e quando verranno. C’è il secondo comma dell’art. 122 della Costituzione. Sa che cosa dice? Glielo ricordo: “Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento”. Nessuno, neanche Roberto Cota. E neanche Roberto Rosso. Chiaro? E allora Cota & Rosso facciano l’unico gesto civile atteso invano da quasi tre mesi: lascino uno dei due incarichi (anche se solo per uno vengono retribuiti).
cosa direbbe il capostite dell’orda postmoderna, ma sempre eterna dalla notte (italiana) dal tempo dei tempi di tutti i Silvii, i Bossiii di generazioni punto zero ed ora anche punto due ,insomma di tutti i benpesanti d’italia che il telefonista imprenditore statista rappresenta tutti, nella sua grande icona da rockstar, di ogni copertina settimanale di questa italietta ipocrita horror canzonetta popoff da veri comunisti stalinisti ?
direbbe a questo ed altri fatti analoghi:
“ma che male c’è!?!”
un po’ come direbbe “che male c’è” a meno male che la trota c’è e c’è pure l’odotecnica preferita di silvio, al loro primo incarico che potrebbe anche essere doppio o triplo e a più nessuno importa,nell’altro consiglio dell’altra regione “polenta” al fianco di questa del gianduia
questi qua , ovviamente tutti della destraccia amorale e apolitica, sarebbero quelli che vogliono cambiare il “sistema paese” ?
ma che manovre!
ma complimenti!
il problema ormai però per la sinistra che non ha perfortuna questo malcostume alquanto ipocrita e costoso , ma che ha avuto l’altro di lasciargli tv ed altre compromessi mostruosi, è tuttosommato questo:
o toglie le sue cariatidi e i suoi cadaveri e si mette INSIEME ai pezzi migliori ( se ha ancora ne ha il paese fra la sua scienza e la sua intelighentia) a far capire al paese di quale storia e di quanti “mali” siamo stati colpiti, oppure ce la raccontiamo fra noi pochi che non siamo mai caduti nelle reti diversi del ” che male c’è!”… ade esempio quel Morando insieme a Tremonti l’altra sera ha contribuito ad un teatrino di tranquilizzazione delle masse, come sedativo, che è meglio abbandonare…cosi pure quel Violante o quell’Orlando che nulla hanno a che fare la parola sinistra…e di qui tutti gli esempi che ci possiamo fare di persone che anche se non risentono dei mali piu marci del paese degli ipocriti arruffoni, non sono piu credibili per poter veramente rianimare il paese e defenestrare dal paese i vari amorali imbroglioni, al grido dei lor tifosi elettori : “roma ladrona”,fatti già a questa loro immagine e somiglianza, da tutte le vari classi dirigenti che non hanno mai fatto gli italiani, se non riependoli di occhi e orecchie che non sanno nè pensare nè vedere con la propria testa.
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