Frattini: “Rischio terrorismo”Cosa sa il ministro degli Esteri?

18 Marzo 2010

Ci vogliamo occupare del ministro degli esteri, Franco Frattini, per il quale – lo confessiamo – abbiamo un debole. Perché Frattini? Perché abbiamo letto una sua dichiarazione molto impegnativa. Da ministro degli esteri, concesso alla Farnesina dai campi di sci dell’Alto Adige, Frattini ha lanciato un allarme molto serio. Parlando della situazione italiana, ha escluso che al nostro Paese possano venire dei pericoli in seguito a un “innalzamento del rischio terrorismo”. No, per nulla. Il nostro ardimentoso sciatore, però, vede un “serio e imbarazzante (chissà perché imbarazzante, ndr) pericolo dovuto a questo clima di odio che si sta diffondendo con attacchi personali alla figura del presidente del Consiglio e con un clima di intimidazione che, purtroppo, mi ricorda quello del mese di dicembre dello scorso anno, che poi portò all’attentato contro Berlusconi”.
Ecco, il ministro degli esteri, ripeto il ministro degli esteri, dunque una personalità che dovrebbe essere accorta e responsabile, specifica ancora che “il pericolo vero è che questa campagna elettorale sia completamente avvelenata da questo circuito aggressivo, che pone evidentemente i candidati ma anche gli esponenti politici del Popolo della Libertà in una situazione oggettivamente pericolosa. Perché, a forza di istigare all’odio, poi c’è qualche pazzo che lo prende sul serio”.
Le dichiarazioni del ministro sono pubbliche. E, con tutto il rispetto dell’interessata, a parlare non è la ministra Brambilla, che si occupa di Turismo e Spettacolo (forse, molto di più del secondo).

Ma uno dei ministri più importanti, dal punto di vista istituzionale, della Repubblica. Il capo della diplomazia, quello che parla a Bruxelles e all’Onu, nei ritagli di tempo dei campionati di fondo. Il ministro che partecipa alle riunioni del Consiglio supremo di Difesa. Insomma, non un pinco pallino qualsiasi. Bene. Frattini denuncia – se ha pesato bene le parole – un “serio e imbarazzante pericolo” che riguarda il presidente del Consiglio, i candidati e gli esponenti del Pdl.
Cosa sa il ministro? Ci ha consegnato delle sensazioni o ha notizie particolari e degne di attenzione? Ne ha riferito al suo collega dell’Interno? Perché delle due l’una: o Frattini sa e, allora, ha il dovere di riferire e di tranquillizzare che gli attentatori in circolazione sono stati messi in condizione di non nuocere, oppure vuole artificialmente alimentare un clima di tensione a dieci giorni dal voto regionale. Un consiglio: se ha dieci minuti di tempo, tra una seggiovia e un’ovovia, Frattini denunci quel che sa. Poi torni a fare lo slalom. P.S. 1 : all’ultimo momento, si è scoperto qual è il clima di tensione e da dove proviene. Nella sede Pdl di Milano, in viale Monza, due importanti dirigenti del partito – tali Stornaiuolo e Riparbelli – si sono presi a sberle, come ha ammesso il coordinatore nazionale, Ignazio La Russa, presente sul posto (quando c’è da menare, lui è sempre nel luogo deputato). Dopo la rissa, uno dei due è andato a riferire nientemeno che ad Arcore, a Berlusconi in persona.

Il “dibattito interno” verteva, a quanto pare, sui gazebo della campagna elettorale e sull’organizzazione della manifestazione di Roma. Alta tensione? Un “serio e imbarazzante pericolo”? Le indagini chiariranno. Il coordinatore Pdl di Milano, il presidente della Provincia Podestà, ha fornito una buona testimonianza: “All’interno di un partito ci possono essere momenti di tensione, soprattutto quando scatta il naturale nervosismo pre-elettorale”. Ecco i momenti di tensione. Dove s’è cacciato ministro Frattini?! Sarà andato fuori pista. P.S. 2: il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha comunicato che non andrà alla manifestazione di Roma perché ha “altri impegni”. Come sarebbe? Impegni più importanti, tali da impedirle di salire sul palco insieme a Berlusconi? Eh, sì, ci sono “momenti di tensione” a Milano.

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