Nuova, indecorosa tappa della bulimìa conflittuale di Silvio Berlusconi: ora si accaparra anche qualche centinaio di schermi cinematografici con il risultato che uno dei tanti suoi conflitti d’interesse “dal piccolo schermo delle tv rischia di coinvolgere anche il grande”. In questi termini, infatti, la questione è stata posta dai deputati Giuseppe Giulietti, dell’Idv, ed Emilia De Biasi del Pd, ai ministri Biondi (Beni culturali) e Scajola (Sviluppo economico) in seguito alla nascita in Italia della società “The Space Cinema”.
Che cosa è questa impresa? E’ un circuito con ventuno partners amministrato da una società guidata da Alessandro Benetton (abbigliamento, autostrade, autogrill, aeroporti, Mediobanca, ecc.) con il 51%, ed il gruppo Mediaste con il 49% che riversa le attività di Medusa Multicinema (figlia di Medusa-cineproduzioni) insieme ai Warner Villane Cinemas sotto il controllo di una nuova holding. Vero è che “Tre Space” per ora è solo un marchio, destinato a diventare una SpA; ma può già contare su una dote di 24 strutture per 242 schermi distribuiti in tredici regioni, dalle Alpi al Lilibeo. Per capirci, la quota di mercato è, già oggi, intorno al 15,5-16% dell’intero parco-sale, e addirittura del 30% del parco-multisale, cioè del segmento degli esercizi cinematografici destinato nel tempo – nel tempo medio, forse addirittura nel tempo breve – a raccogliere quote crescenti di pubblico a scapito delle altre sale e dei piccoli esercizi.
La riprova di questa condizione insana del mercato di consumo cinematografico sta anche negli allarmanti dati forniti, giusto la settimana scorsa, dall’associazione degli esercenti cinematografici (Anec). Negli ultimi cinque anni hanno chiuso 750 schermi. I cinema da uno a quattro schermi sono in tutto 4.016, dei quali il 40% nei comuni capoluogo (935), e il resto (1.426) nei comuni non capoluogo. Insomma, in molte aree del paese, e soprattutto nel Sud, le sale cinematografiche rappresentano gli unici i presidi culturali a disposizione di chi non si piega al ricatto televisivo. Ora, con 242 schermi di partenza (e chissà quanti ancora in progress…) “The Space Cinema” diventa il leader del mercato acquistando un predominio clamoroso.
Ad avviso quindi di Giulietti e De Biasi “una holding guidata al 49% del gruppo Mediaset rievoca e replica un conflitto d’interessi che, appunto, dal piccolo schermo rischia di coinvolgere anche il grande”. Di più e di peggio: secondo gli interroganti questa operazione “pone anche dubbi quanto al rispetto delle disposizioni antitrust” in materia di posizioni dominanti. E allora: Bondi & Scajola sono a conoscenza di questa operazione? E quali iniziative, ciascuno per la propria parte di competenze ministeriali, intendono assumere “anche avvalendosi dei poteri di segnalazione all’Autorità della concorrenza e del mercato”? Si chiede una risposta (rapida) in commissione. Appena verrà data – se verrà data – ve ne daremo contezza.