E’ un interesse politico trasversale quello che sembra muoversi dietro la battaglia di Unipol per conquistare la Bnl. E a gestire i contatti, in alcuni giorni frenetici, c’è naturalmente Giovanni Consorte. I brogliacci delle sue telefonate svelano la «rete» dei parlamentari che resta dietro le quinte dell’operazione. Il contenuto di questi colloqui è coperto da «omissis », così come impone la legge. Alcuni sono ritenuti dalla Guardia di Finanza «molto rilevanti» per l’inchiesta. Una parte delle conversazioni con parlamentari, soprattutto della sinistra, è già stata trasmessa alla Procura di Romache dovrà valutarne la rilevanza.I colloqui di Consorte Il decreto per il via libera alle intercettazioni viene firmato dal pubblico ministero di Milano Eugenio Fusco il 4 luglio scorso. E il giorno dopo, parlando al telefono con un certo Roberto, Consorte gli spiega l’ostacolo tecnico al lancio di un’Opa. «C’è una proposta di direttiva Cee — dice — secondo la quale una società non può fare un aumento di capitale superiore al 70, 80 per cento della sua capitalizzazione. In ogni caso questo problema è stato posto da Abete a Fassino ».Con il leader dei Ds, il numero uno di Unipol ha contatti frequenti. Si cercano spesso, si parlano anche più volte al giorno. Il contenuto dei colloqui è secretato, ma è lo stesso Consorte a rivelarlo quando conversa con gli amici.Il 7 luglio è certamente una data chiave. «Unipol, stretta finale per l’Opa su Bnl», titolano i giornali.
Il «contropatto» si riunisce per decidere a chi vendere la propria quota. Abete dichiara pubblicamente: «Spero che vinca il Banco Bilbao». I contatti di Consorte con i suoi interlocutori politici appaiono frenetici. Poco dopo le 15 chiama Fassino ma i due non parlano perché il segretario dei Ds «è impegnato con gli stranieri». Un’ora dopo la segretaria del presidente Unipol lo avverte che lo ha cercato Follini. Mezz’ora dopo Fassino richiama. Alle 19.48 Consorte contatta il proprio ufficio: «Cercatemi Fassino».In serata gli investigatori annotano altre chiacchierate con parlamentari. Poco prima delle 21 c’è un colloquio coperto da omissis definito «rilevante». Tre minuti dopo Consorte parla con un altro parlamentare dei Ds. Segreto è il contenuto della conversazione, ma gli investigatori non hanno dubbi nel definirlo «molto rilevante». Il cellulare appartiene al senatore Ds Nicola Latorre.I complimenti di Marrazzo E’ il 9 luglio, Consorte parla con un certo Angelo. Così è scritto nel brogliaccio: «Dice che è stato contattato da Marrazzo che gli ha detto di aver avuto un colloquio con Rutelli che voleva farlo intervenire sull’acquisizione della Bnl. Rutelli chiede di prendere posizione perché Bnl è una banca di Roma. Consorte riferisce che chiamerà Boselli». Poco dopo Consorte telefona ad un suo amico, Piero. Gli dice che ha letto l’intervista di Rutelli «roba demenziale» e dice che ha chiamato Boselli per fargli fare un intervento serio».Il giorno dopo Consorte raggiunge Ugo Sposetti, senatore Ds tesoriere del partito: «Gli dice—è scritto nella sintesi degli investigatori — che ieri Rutelli ha chiamato Marrazzo per dirgli di prendere posizione contro di lui».
Il presidente della Regione Lazio mostra grande familiarità con Consorte. Il 22 luglio, quando fallisce l’Opa del Banco Bilbao su Bnl ed appare chiara la vittoria di Unipol, lo cerca. Sono le 15.17 e così viene riassunta la telefonata: «Piero Marrazzo chiama Consorte e gli dice di essere fiero di essere suo amico. Dice che ha fatto il tifo per lui».Le preoccupazioni di Prodi e Letta Il 12 luglio il presidente di Unipol parla con Fassino. La trascrizione della conversazione è secretata, ma è lo stesso Consorte a raccontarne i contenuti a Ivano Sacchetti, il vicepresidente del colosso emiliano. «Consorte — è scritto nel brogliaccio delle Fiamme gialle—dice che ha chiamato Fassino e gli ha detto che Abete è andato da Prodi. E aggiunge che Fassino gli ha consigliato di sentirlo per tranquillizzarlo. Consorte dice che se Prodi vuole spiegazioni gliele darà. Dice che Fassino era agitato perché Gnutti va alla cena per le elezioni di Berlusconi. Sacchetti dice che è bene che ci vada, mentre Consorte dice che lo chiamerà per vietarglielo. Consorte dice che Gianni Letta lo chiama perché non vuole che questi si mettano per traverso. Sacchetti dice che lo ha chiamato Frasca che gli ha detto che nessuna banca ha dei problemi».Poche ore dopo lo stesso Consorte contatta un certo Pierluigi. Gli annuncia che «per domani lo ha chiamato il Governatore». Poi gli riferisce «che Letta ha chiamato Caltagirone e si è adirato perché voleva che lui ci fosse perché l’operazione non sembrasse di sinistra».
Consorte dice «che Gnutti ne ha parlato con Berlusconi».Il 16 luglio è Giuliano Poletti, presidente della Lega delle cooperative emiliane, a chiamare Consorte. Gli racconta di aver incrociato Veltroni che gli avrebbe manifestato la propria disponibilità «se su questa vicenda ci saranno delle comunicazioni di un certo tipo». «Mi ha detto —afferma Poletti— che lui da sindaco di Roma può dare qualche rassicurazione sul futuro». Consorte gli dice che «anche Veltroni si è lamentato delle dichiarazioni di Fassino». Con il segretario dei Ds, il presidente di Unipol ha parlato poco prima.Sono rare le telefonate di Consorte con i contropattisti, ma di loro, naturalmente, parla spesso nelle sue conversazioni com amici e personaggi coinvolti nell’operazione Bnl. Come il 5 luglio, quando contatta un certo Pierluigi per dirgli che «si sta mettendo bene e quindi domani tornerò a Bologna perché bisogna convocare un po’ di cooperative». Pierluigi gli chiede se escono tutti. Consorte dice che sì, uscirà anche Caltagirone perché tra loro, banche, Hopa e coop hanno il 52 per cento. Due giorni dopo è un certo Guido a chiamare il presidente di Unipol per chiedere conto del comportamento di Caltagirone «che non dice niente». La risposta di Consorte è annotata nel brogliaccio: «Spiega che secondo lui avevano in mente questa cosa sin dall’inizio: fare plusvalenze e cassa». E poi aggiunge: «Ha comprato azioni a 1.30, a oggi fa 2.60: ha un guadagno della Madonna». Dice che erano in tre che volevano vendere il 4.99 a testa più il 15 e rimaneva il 12.
«Fin lì — sottolinea— non mi ero preoccupato, maora stanno facendo pressioni sugli spagnoli perché rilancino. Ma se si presentano con la lista di tutti quelli che comprano il 27 anche per loro, non tanto gli immobiliaristi, ma Caltagirone non può permetterselo visto che ha scomodato mezze istituzioni, dal Parlamento al governo a tutti».L’incontro chiesto al «ministro» Il 21 luglio, alla vigilia della vittoria, mentre già viene subissato da sms di congratulazioni, Consorte chiama Claudio Zulli, commercialista di Gnutti e suo socio storico. L’annotazione della Guardia di Finanza sul contenuto è di due pagine: «Consorte dice che la settimana successiva andrà aMilano e gli chiede dimettersi d’accordo per incontrare il professor Tremonti per ringraziarlo e spiegargli due o tre cosette». Poi chiede a Zulli «che cosa il professore avesse detto della loro operazione».
Il commercialista risponde che il professore «gli ha tirato la giacca dicendo: prendiamo qualcosa». Giura che Tremonti «è contento ». Consorte dice che si sentiranno il giorno dopo per fissare l’appuntamento,ma precisa di volerlo incontrare «come professore non come ministro». E poi aggiunge: «Gli devo spiegare un po’ di roba perché mi deve dare una mano, ma su cose importanti ». Zulli chiede a Consorte che, ad operazione conclusa, «il professore dia l’imprimatur e poi lui stesso si potrebbe occupare della parte operativa». Consorte acconsente e dice: «Tu sai che il governo ci ha dato una mano e sai come ragiono io, la riconoscenza va data al punto giusto»…
Il commercialista «dice che il professore si è mosso e ha seguito questa vicenda con molta ammirazione. Consorte risponde che il professore faceva il tifo per loro e Zulli conferma ». Poi aggiunge: «Se comunque avevano suonato il campanello anche gli spagnoli, li aveva maltrattati ». Consorte concorda: «Bisogna che sia chiaro, gli spagnoli avevano deciso di vuotarla la banca. Il buon Tremonti è uno che capisce, non è mica cretino… ». A questo punto il presidente di Unipol dice di voler raccontare a Tremonti come è nata l’operazione. I due scherzano: «Tremonti capisce tutto».
E poi Zulli dice «l’importante è che ci siano i ricavi». Consorte risponde che con loro i ricavi ci sono: «E’ con Gnutti che dovrò intervenire pesantemente». Zulli afferma che anche su «quell’altra roba» è stato fatto un gran lavoro.«Probabilmente—annota un finanziere—si riferiscono ad Antonveneta».
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