Lunedì 25 maggio si è ritrovata l’assemblea dei soci e dei simpatizzanti di Libertà e Giustizia a Palermo. L’incontro, svoltosi sotto l’egida di Aldo Gandolfi, ha fatto registrare una importante pluralità di sensibilità e intenti: a partire dal Manifesto “Rompiamo il silenzio”, dalle considerazioni di attualità politica nazionale alle tante e sentite istanze del territorio, è emersa così la necessità di rafforzare la partecipazione della società e i vincoli della democrazia in una regione che, nonostante la sua autonomia, è sin troppo spesso legata alle mancanze della classe dirigente. A soli due giorni dalle manifestazioni in memoria di Giovanni Falcone che hanno visto, tra tutti, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso testimoniare la presenza dello Stato e l’impegno contro la criminalità organizzata, è altresì impossibile non ricordare il malgoverno di amministrazioni (ad esempio quelle di Palermo e Catania) che, a discapito di ampie legittimazioni elettorali, hanno clamorosamente offeso una terra che ha bisogno di futuro, ed altrettanto ricca di potenzialità disattese o ignorate dalla politica.Da qui riparte Libertà e Giustizia in Sicilia: una promessa civile fatta di passione, e di concetti come diritti, legalità, sviluppo, che oggi più che mai, certo, richiedono la prova dei fatti; ma anche la responsabilità di ciascuno di noi per stimolare un sempre più aperto e trasparente confronto con le Istituzioni, agorà ideale di una comunità che aspira a rinnovarsi ed a promuovere idee e contenuti, nella consapevolezza dei valori fondanti della Costituzione e propri dell’Associazione.
Una lezione, questa, nella quale ci sarà sempre, autenticamente, vivo l’esempio di Pompeo Mangano. * L’autore è coordinatore del direttivo del circolo di Palermo
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