L’ora del bene comune

25 Gennaio 2008

Questo è il momento della chiarezza e della responsabilità istituzionale, è il momento in cui i leader politici di ogni schieramento possono dare al paese una concreta dimostrazione di lavorare per il bene di tutti e non ancora una volta e sempre per l’immediato interesse di qualcuno. E’ sul comportamento concreto in queste ore difficili, che molti cittadini esprimeranno nel momento del voto il loro consenso, o dissenso.
Crediamo dunque che il primo punto di riferimento debba essere per tutti lo sforzo compiuto dal presidente Napolitano per far nascere un governo a tempo che abbia l’unico compito di fare una nuova legge elettorale. Non sarebbe utile a nessuno schieramento presentarsi agli elettori con la legge attuale, che impedisce al singolo cittadino di compiere una reale scelta fra candidati, formalizza il distacco fra elettori e eletti e soprattutto non assicura la governabilità. Chiunque vinca, qualunque sia realisticamente la maggioranza ottenuta, avrà sempre un problema di voti risicati al Senato. Bisogna quindi che tutte le forze responsabili diano al capo dello Stato la loro disponibilità a esplorare la possibilità di cambiare in fretta e con la massima unità la legge elettorale.
Il secondo punto riguarda la responsabilità nei confronti dell’interesse del Paese. Sarebbe difficile accettare in un momento critico come questo, con lo spettro di una crisi economica mondiale con pochi precedenti, lo spettacolo di lotte interne, scontri fra singoli individui non sul bene comune ma sulla distribuzione di un potere personale. Questo invito è tanto più pressante se rivolto alle forze e ai leader che si riconoscono nel progetto del Partito democratico, un partito nuovo, non ancora dotato degli strumenti di interna democrazia e messo alla prova in queste ore.

Tutti coloro che si sono trovati il 14 ottobre per farlo nascere, difficilmente accetterebbero uno spettacolo di divisioni e litigi interni, così devastanti nel recente passato, proprio quando si rendono essenziali la massima compattezza e la condivisione del comune progetto.
Avere o non avere senso dello Stato non può essere un connotato retorico. Esso rappresenta un valore di fondo al quale LeG richiama i leader politici di ogni appartenenza.

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