Ambiente, scelte coraggiose per un futuro sostenibile

14 Febbraio 2006

Stefano Pareglio è professore associato di Economia ambientale all’Università Cattolica del Sacro Cuore (Brescia) e docente di Politica ambientale e di Istituzioni di Economia presso lo stesso Ateneo. Laureato in Scienze agrarie, ha svolto attività di ricerca per il CNR dal 1992 al 1994 ed è stato ricercatore all’Università degli Studi di Milano dal 1995 al 2004. E’ autore di una sessantina di pubblicazioni scientifiche, oltre a pubblicazioni divulgative, in materia di economia e politica ambientale, sviluppo sostenibile, pianificazione territoriale e valutazione del benessere. Siede nel Consiglio di direzione di LeG
Le sue considerazioni sul tema ambientale e di governo del territorio così come sono state trattate nel programma dell’Unione.
“Introdurre la tutela dell’ambiente nella prima parte della Costituzione mi sembra un buon punto di partenza per rafforzare la base giuridica sulla quale elaborare adeguate politiche. La sola tutela del paesaggio dell’art. 9 è infatti ormai superata”. Pensare all’ambiente e al territorio come “fattori di sviluppo”, meglio sarebbe dire, di un “nuovo modello di sviluppo”, e non sono solo come “condizioni di compatibilità” per la crescita economica risulta essere altrettanto importante.Ma ciò che gli elettori cercano nei programmi non sono solo i principi, quanto gli impegni che la coalizione si assume nei loro confronti.

In altre parole, si cerca di capire quali siano i target e i tempi dell’azione politica. Qui il programma ha luci e ombre, ammissioni e omissioni, soprattutto considerandone l’estensione quasi enciclopedica.Sui trasporti, ad esempio, supera la logica delle grandi opere per adottare un più opportuno approccio strategico e di sistema, ma delinea solo in parte quale debba essere la strategia o quali debbano essere le opere fondamentali. Forse qualcosa in più si poteva dire, considerando il numero di pagine a disposizione, sul trasporto ferroviario regionale, anche per rispetto delle difficoltà quotidiane di centinaia di migliaia di pendolari.Più puntuale pare invece il capitolo sull’energia, nel quale gli impegni della coalizione risultano più espliciti. Dalla modalità di adesione al protocollo di Kyoto alla meritevole attenzione per il risparmio energetico, fino all’impegno sulle “fonti rinnovabili” che, si legge nel programma, “vogliamo nell’arco della legislatura siano almeno raddoppiate, in modo da giungere al 2011 al 25% di produzione elettrica da rinnovabili”. E’ una dichiarazione d’intenti molto coraggiosa che forse meriterebbe di essere tradotta in slogan elettorale.Sul governo dell’ambiente e del territorio, infine, tornano le lacune, sempre in ragione della mole del documento. Si sostiene cioè la necessità di superare la legge delega (e i relativi decreti attuativi) in materia di riordino della legislazione ambientale, ma la stategia generale di tale superamento non è esplicitata.

Nello stesso tempo, la puntuale elencazione degli obiettivi relativi ai singoli comparti ambientali (difesa del suolo, elettrosmog, biodiversità, rifiuti, ecc…) non è accompagnata da un ordine di priorità. Ugualmente si prospetta – sarà la volta buona? – una nuova legge per il governo del territorio, superando il pessimo inciucio bipartisan generato nella legislatura che si sta concludendo, ma l’unico principio espresso, seppur meritevole, riguarda la riduzione del consumo di suolo.

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