Per la prima volta nella storia politica italiana è stata decisa dal capo del governo una sorta di deportazione di massa di deputati dissenzienti: dieci esponenti del Pd che volevano discutere di cambiamenti alla legge elettorale votata dal Senato sono stati sostituiti in commissione affari costituzionali di Montecitorio. Una pura e semplice “formalità”, spiegano gli uomini di Renzi. Un grave vulnus alla democrazia parlamentare dicono i dieci. E non soltanto loro.
Questa decisione, forse legittima dal punto di vista del regolamento che si occupa di situazioni che riguardano un solo deputato ma del tutto insolita rispetto a una vera e propria epurazione, ha avuto come conseguenza che molti parlamentari hanno ritirato i loro emendamenti, altri promettono ostruzionismo, Aventino e chiedono l’attenzione del presidente della Repubblica. Temono che il governo intenda superare il voto finale mettendo la fiducia.
Il gesto del governo è sembrato non soltanto oltraggioso ma anche in contrasto con l’articolo 67 della Costituzione che dice: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. E’ interessante notare che nella Costituzione riscritta dall’attuale governo scompare “rappresenta la Nazione”. Un piccolo (o grande?) particolare che rivela qualcosa dello spirito con cui si è messo mano alla nostra Carta.
Ora, al di là della sacrosanta indignazione per l’epurazione dei membri della commissione sgraditi al governo, rimane la certezza che un altro passo indietro è stato compiuto rispetto ai diritti dei cittadini e alla libertà di pensiero, rispetto all’educazione al confronto e all’accettazione di un pensiero diverso. La politica continua a precipitare lungo il sentiero in discesa che ha scelto di percorrere mentre i cittadini si chiudono nella solitudine della protesta e dell’astensione.
Questo è lo spirito col quale il Potere si prepara a celebrare il 25 Aprile. Fiumi di parole sulla libertà. Pochi giorni prima della Liberazione, Carlo Levi scrisse sulla “Nazione del popolo”: “Ma la lezione del fascismo non è passata invano.Il popolo non è più un gregge, in attesa, terrorizzato o adorante, dei cani e dei pastori. Egli sa che la democrazia non è uno schema formale né un metodo teorico, ma l’unità differenziata di infinite, viventi autonomie. Per questa democrazia, che è la sua stessa reale esistenza, egli è pronto a combattere”.
e tutto questo sta accadendo senza reazione da parte dei “dissidenti PD”… ma che razza di partito è questo? dove è finito il PD di Prodi, di Bersani per cui in tanti abbiamo votato? dove è finita la sinistra? dove ci lasciamo portare senza uno straccio di opposizione?
la cosa più inquietante mi pare il totale asservimento del legislativo all’esecutivo. Probabilmente reso possibile dalla coincidenza, nella stessa persona, dei ruoli di capo del governo e di segretario del partito di maggioranza.
Io penso che sia stata una cosa gravissima. Perdiamo ogni giorno un pezzo di democrazie e sarà sempre più difficile ripristinarla—-
Renzi scambia la maggioranza per democrazia:ha un’idea distorta della democrazia.La stessa di berlusconi e,prima dello stesso,di mussolini.
L’accoppiata di sempre: ‘sinistri’ e nazisti a braccetto. Questi sono i fatti, e cioè: D’Alema, Bersani, Libertàgiustizia e Brunetta/Berlusca/Trombettiere del deretano.
Viva la Liberazione!
C’è un evidente , forte scollamento o disinteresse fra i cittadini e quello che sta succedendo nel paese della politica e del potere. Quasi fossimo anestetizzati
Altro che uomo solo…
Radio radicale offre un servizio straordinario a chi vuol capire cosa succede in Parlamento. ”L’uomo solo al comando” è stata l’espressione più ripetuta, in questi giorni, usata da gente che si accorge solo ora di ciò che avviene per la loro stessa complicità. Ma altro che uomo solo al comando, Renzi non è affatto solo: lo sostengono i volta gabbana del PD, ovvero la maggioranza del partito, quelli che hanno cambiato tutte le casacche possibili per mantenersi a galla. Lo accompagnano i cori dei mass media, quelli che avanzano anche qualche timida critica, ma lasciano ad intendere che il potere nascente non può essere contrastato. Lo esaltano gli abili spot pubblicitari con cui rappresenta il nulla di una politica tesa soltanto a creare un’immagine più che la guida responsabile della nazione. Ben presto i contestatori torneranno a sottomersi e, poi, ci sono gli amici come Berlusconi, ripescato dall’anonimato ed ora finto nemico, Verdini, il sodale dai tempi del Giglio, Marchionne l’americano, ed il Mida Farinetti, ovvero le colonne del New Deal del Roosevelt della “terza via”, quella del “quì comando io”. Giampiero Buccianti
Sono esterrefatta, si sta perdendo il senso delle istituzioni, il termine democrazia sta diventando un puro slogan. Perché le commissioni parlamentari sono composte da tutti i gruppi, in proporzione, se non per esaminare congiuntamente i disegni di legge e favorire un confronto tra i diversi pareri, al fine di attenuare la drammatizzazione dello scontro tra maggioranza ed opposizione nella votazione alla Camera?
L’ art. 72 della Costituzione prevede procedimenti abbreviati, laddove se ne ravvisi l’urgenza (e non mi sembra questo il caso), e non certo la defenestrazione di una minoranza dissidente.
L’ ultimo comma dello stesso articolo, per cui “la procedura normale”, e sottolineo questa parola, “di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale” mi sembra sia stato scritto non certo per svuotare la commissione parlamentare e per votare questo tipo di disegni dl legge a botta di maggioranza, che “c’ ha i numeri”, ma, voglio sperare, per ribadire la solennità della deliberazione su queste materie e il senso di responsabilità dei membri del Parlamento, che dovrebbe essere “presbite”, come ricorda Valerio Onida, per poter guardare lontano.
Se questo è lo stile, con un presidente del Consiglio che si smentisce a ogni pié sospinto, che cosa ci aspetterà con un partito piglia tutto e una Camera e un Senato di nominati di fatto? Abbiamo il dovere di fermare questa deriva.
Illustre Bonsanti, cari sigg,
il degrado si invertirebbe se in Parlamente stessero le migliori eccellenze del Paese e non la mediocrità o peggio che la politica è andata selezionando nel tempo per meglio perseguire lo scopo di conservazione e gestione del potere, e non certo per il bene comune.
Purtroppo le masse popolari sono assai vulnerabili al plagio di qualunque potere costituito come di ogni pifferaio magico che sappia farsi ascoltare. E di questo la storia ci è credibile testimone. E succede per carenze naturali o culturali.
Solo una piccola % possiede e mantiene capacità autonome di analisi e sintesi delle informazioni che riceve passivamente o, raramente, ricerca.
E da questo deriva che, in regime di suffragio universale, ritenuto il migliore disponibile, a determinare la qualità dei parlamenti, siano le maggioranze meno qualificate.
Poi può capitare, come da noi negli ultimi anni, che la sofferenza quotidiana faccia premio sul plagio. E allora si determinano le condizioni per un cabiamento importante. Che se fosse perseguito ancora col suffragio universale, tornerebbe nelle disponibilità della casta e dei pifferai con le maggiori disponibilità mediatiche.
Per questo da anni suggerisco, nel deserto, una via diversa incentrata sull’esercizio, da parte della Sovranità Popolare REALIZZATA (non solo enunciata), degli artt. della Costituzione che consentono la Democrazia Diretta Propositiva (50 e 71).
Una via assolutamente legale, nonviolenta, senza vuoti di potere, con progetti di leggi e non vane promesse elettorali, democratica dal basso della gente comune e dall’alto della saggezza di quelle Persone che, emarginate dalla politica e dalle Istituzioni, hanno scelto le piazzette ed i teatri di Comuni e Città per mantenere vivo il seme del rigore morale e culturale indispensabile alle funzioni legislative, e quei valori che la Costituzione incarna perfettamente.
Insisto negli anni perchè è cmq piacevole ragionare di Futuro Bello e Possibile invece del solito lamento!
E non riesco a dimenticare che la presidente Bonsanti il 16/06/2011, postava una riflessione che titolava “COSTRUIRE LA RIVOLUZIONE” e si concludeva: “… Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.”
Resto in attesa cercando di contaminare…
Paolo Barbieri
Una sorta di ‘deportazione di massa’, dice. Con tutta la comprensione per la vis polemica del caso, credo che si tratti di parole fuori luogo, specialmente in tempi di commemorazione di tempi in cui quelle parole avevano un significato ben preciso. In generale trovo poi che i termini in cui gli oppositori di Renzi esprimono il loro (legittimo) dissenso siano talmente eccessivi da far sorridere alcuni – ma forse anche da far montare in altri pulsioni (quelle sì) pericolose.
“Qui si parrà tua nobilitate” (Dante) Quali azioni ha intenzione di compiere il Presidente della Repubblica , il garante della nostra Carta Costituzionale,per porre fine allo scempio messo in atto dal pifferaio di Rignano ?Rimaniamo in fiduciosa attesa di atti concreti che riconducano renzi e sodali all’interno dei profili Costituzionali.