Perché è indecente titolare l’aeroporto di Malpensa a Berlusconi

13 Luglio 2024

I nostri perché, scritti da Padoan, Rubini e De Monticelli. E i vostri: inviateceli.

Un pasticcio sul piano politico e sul piano del cerimoniale. Partiamo da quest’ultimo: la legge italiana prevede che i luoghi pubblici possano essere titolati a persone decedute da almeno dieci anni. È prevista una deroga, per periodi inferiori, se si tratti di persone che si siano distinte per particolari benemerenze. Il pasticcio politico invece viene materializzato dal comportamento contraddittorio della Lega, il cui capo, Matteo Salvini, Ministro dei Trasporti, ha tenuto nel giro di un anno: il suo partito aveva preferito non esprimersi quando il Consiglio regionale della Lombardia era stato chiamato a votare la proposta della lista di Letizia Moratti di titolare l’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. Era il 20 giugno 2023, l’ex presidente del Consiglio, di Mediaset, del Milan e di Forza Italia era morto otto giorni prima. I consiglieri lombardi della Lega non si erano presentati in aula. Ora è stato proprio Salvini a farne il proprio cavallo di battaglia, annunciando la decisione prima della ratifica da parte dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC).

Cos’è successo, nel mentre?

Al carattere politico di questo atto, ha fatto riferimento chiaramente il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che sin da subito ha espresso la propria contrarietà e che ieri pomeriggio, sabato 13 luglio, lo ha ribadito su Instagram

Domani ci sarà a Milano, davanti alla sede del Consiglio regionale, una manifestazione dal titolo chiaro: “No aeroporto Berlusconi. Scendiamo in piazza”. Anche Libertà e Giustizia ha aderito, insieme a, tra gli altri, Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Giovani Democratici, Sentinelli, Arci e Cgil. Il sindacato nei giorni scorsi aveva lanciato una raccolta firme, sottoscritta dal sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, Dominique Meyer, per chiedere che Malpensa sia dedicato invece a Carla Fracci.

Per libertà e Giustizia, la titolazione dello scalo internazionale a Silvio Berlusconi è una scelta imbarazzante e indecente, scrivono la Presidente, Daniela Padoan, ed Elisabetta Rubini, membro del Consiglio di Presidenza. Con lei in Consiglio siede anche, con altri, Roberta De Monticelli, filosofa, che con un registro ironico dimostra come ci sia una questione morale enorme eppure disattesa.

Partiamo dalle loro riflessioni ma sollecitiamo anche le vostre, le nostre. La domanda è semplice: perché la titolazione dell’aeroporto a Silvio Berlusconi è una decisione indecente.

Elisabetta Rubini
Anzitutto perché non vi è alcun valido motivo per farlo, se si astrae dalla motivazione provocatoria e auto propagandistica di Salvini.
Silvio Berlusconi ha presieduto governi che non hanno in alcun modo giovato all’Italia, né dal punto di vista dello sviluppo economico né da quello del prestigio internazionale.
Al contrario, dai governi Berlusconi il nostro paese è uscito impoverito economicamente e devastato culturalmente. Le sue principali battaglie sono state quelle per difendere le sue aziende e per difendersi dai processi, inducendo un Parlamento succube a votare regole sui media incompatibili con il pluralismo e a modificare il diritto penale “ad personam”. Quale mai risultato positivo per il paese, quale avanzamento collettivo, quale incremento del prestigio dell’Italia darebbero motivo per intitolare il principale aeroporto internazionale del Nord a Berlusconi?
La sua cultura arcaica e volgare nei confronti delle donne, ben rappresentata dai festini “bunga bunga” e dalla famosa risposta data a una giovane che chiedeva lavoro- “trovati un marito “ – ha esposto il nostro paese allo scherno internazionale e non merita certo di essere celebrata.
Né lo merita la ostentata amicizia e vicinanza con il dittatore Putin, ribadita anche dopo l’invasione dell’Ucraina.
Siamo certi che la maggioranza dei cittadini italiani saprebbe esprimere molte candidature degne cui dedicare Malpensa, diverse da questa.

Daniela Padoan
Dopo i funerali di Stato, dopo l’iscrizione al Famedio di Milano – assieme ad Alessandro Manzoni e Carlo Cattaneo – l’intitolazione dell’aeroporto internazionale di Malpensa a Silvio Berlusconi risulta quantomeno imbarazzante. L’intitolazione di spazi pubblici è destinata a figure che abbiano maturato una reputazione civico-morale e dovrebbe riflettere un sentire condiviso. La figura di Berlusconi, divisiva per decenni, è ora diventata paradossale: un corpo perennemente presente, come fosse vivo. Da ultimo, nella campagna elettorale europea. Un utilizzo strumentale da parte di chi lo ostenta per fini politici, che chiederebbe una maggiore pietas. Penso che il sollevarsi di proteste, il fiorire di proposte alternative che si è verificato in questi giorni, dica quanto gli italiani ritengano increscioso e inaccettabile un aeroporto internazionale intitolato a Silvio Berlusconi.

Roberta De Monticelli
Il volo. Metafora di slancio ideale e morale. L’aeroporto. Immagine di apertura all’universo e al cielo. È necessario che gli aeroporti abbiano nomi umani? Forse no: ma se proprio devono averli, allora sarebbe giusto intitolarli a figure angeliche, o almeno a personaggi universalmente noti per la loro nobiltà morale, per il loro genio leonardesco, o magari per l’ampiezza di orizzonti della loro vita, per l’eccelsa lezione della loro poesia. Proprio questo è evidentemente nelle intenzioni di chi ha proposto di intitolare a Berlusconi l’aeroporto di Malpensa. Nell’ordine, questo nome ricorderà ai viaggiatori che atterrano a Milano o da lì decollano: l’ampiezza di orizzonti di un uomo che non si accontentava di minorenni qualunque: il cliente di Ruby, nipote di Mubarak. Il genio che riuscì nell’impresa di corrompere un intero paese promuovendone l’anima più cinica e guicciardiniana: “Pregate Dio sempre di trovarvi dove si vince” e “volta il mondo a benefizio tuo”. L’anima nobile che Leopardi aveva già descritto impietosamente, come quella dell’italiano medio: caratterizzata dalla disposizione a “un pieno e continuo cinismo d’animo, di pensiero, di carattere, di costumi, d’opinione, di parole e d’azioni […dove] il più savio partito è quello di ridere indistintamente d’ogni cosa e di ognuno, incominciando da se medesimo”. Lo statista che un numero inverosimile di leggi autoprodotte ad personam (suam) non riuscì a proteggere da una condanna per frode fiscale. E infine, il poeta dalla vasta cultura afro-mediterranea: il cantore del Bunga Bunga. 

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