Rappresentanti degli enti di categoria, delle istituzioni e della politica, ma anche tante associazioni, artisti, studenti e cittadini all’iniziativa promossa da rete NoBavaglio e Articolo21 al Roxy bar della Romanina. Il 24 maggio nuovo appuntamento «per tenere accesi i riflettori su questa e su tutte le periferie dimenticate».
C’erano i rappresentanti degli enti di categoria dei giornalisti, esponenti di associazioni e istituzioni, personaggi del mondo della cultura e della politica, studenti e cittadini del quartiere a prendere un ‘caffè per la legalità’ al Roxy Bar della Romanina, dove il giorno di Pasqua due appartenenti al clan Casamonica hanno malmenato il titolare del locale e una cliente disabile.
All’iniziativa, promossa dai giornalisti della rete NoBavaglio e da Articolo21, erano presenti anche il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti; il segretario del consiglio nazionale dell’Odg, Guido D’Ubaldo; Giampiero Spirito, presidente di Casagit Servizi e Gianfranco Summo, vicepresidente della Casagit; Massimo Marciano del Comitato amministratore Inpgi2; il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani; il presidente dell’Ungp, GuidoBossa; rappresentanti di Stampa Romana, dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, dell’associazione Amici di Roberto Morrione, dell’Ucsi.
Con loro, fra gli altri, l’attore Ascanio Celestini; monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma; il magistrato e presidente onorario di Libera, Gian Carlo Caselli; il sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore; Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio; la consigliera regionale Marta Bonafoni.
Ma, soprattutto, davanti al Roxy bar erano schierate le telecamere e i taccuini dei colleghi a fare da «scorta mediatica ai gestori del bar che hanno avuto il coraggio di ribellarsi alle cinghiate dei Casamonica e ai cittadini che vivono ogni giorno questo quartiere», ha ricordato il presidente Giulietti.
«Abbiamo il dovere – ha proseguito – di continuare a tenere accesi i riflettori su realtà come questa, come Ostia e come qualsiasi altro luogo dove l’oscurità fa prosperare il malaffare. Non possiamo lasciare sole queste persone. Non possiamo noi giornalisti, non possono permetterlo le istituzioni, le autorità e la politica».
Della stessa idea anche i rappresentanti del comitato di quartiere e delle tante associazioni che hanno preso parte all’iniziativa: «Servono spazi per il sociale, risorse per i giovani. Serve che questi territori non restino abbandonati a se stessi. Per questo lanciamo già la data del prossimo appuntamento, il 24 maggio, per dare seguito a questa iniziativa e per nuovi eventi. Nessun territorio deve essere isolato», hanno ribadito.
«Siamo qui perché non si può rimanere indifferenti rispetto a quanto successo, non devono esistere zone precluse a chi vive in questi quartieri e a chi vuole raccontarli. Oggi è solo un primo passo per illuminare le periferie», ha detto Marino Bisso, della rete NoBavaglio, annunciando l’intenzione di tornare periodicamente al Roxy bar per leggere i giornali, fare rassegne stampa ragionate con gli studenti e i residenti e parlare con loro dei problemi delle periferie.
«Dobbiamo essere grati a chi solidarizza con i cronisti minacciati. E dobbiamo essere grati – ha concluso il presidente Giulietti – ai titolari del Roxybar che hanno avuto il coraggio di denunciare chi li ha aggrediti. Il nostro dovere di giornalisti è dare anche a loro e non solo ai nostri colleghi la ‘scorta mediatica’ e continuare a illuminare ogni giorno le periferie dimenticate. Dobbiamo andare nelle scuole, nelle parrocchie, in ogni piazza per ribadire la battaglia per la legalità. A Roma e ovunque, riappropriamoci di un ‘noi’ collettivo nella battaglia per la legalità».
20 maggio 2018