Il 20 marzo a Locri resterà impresso nella memoria dei giusti come il riconoscimento per una battaglia coerente con i principi posti a base della Costituzione.
La ndrangheta ha reagito con messaggi al tempo stesso vigliacchi e rituali.
I mafiosi locali, nascosti dietro l’anonimato delle scritte sui muri , superiori agli onesti solo per la ferocia ed il disonore, hanno voluto ricordare che Don Ciotti, Libera e il 21 marzo passano e che il controllo del territorio lo hanno loro.
Il richiamo alla figura dello sbirro vuole manifestare il rituale disprezzo nei confronti di ciò che è riconducibile all’ordinamento dello Stato.
Dopo la visita del Presidente Mattarella e prima del 21 marzo i mafiosi hanno lanciato un messaggio per intimidire la popolazione calabrese, un messaggio che però è al tempo stesso manifestazione di preoccupazione per l’offensiva della antimafia sociale.
Certamente non si farà intimidire don Ciotti e non si faranno intimidire i giovani che saranno presenti a Locri il 21 marzo e tutti coloro che nel paese, e ora anche all’estero, ricorderanno le vittime delle mafie e rinnoveranno l’impegno per una lotta che non sia di un solo giorno.
Il buio e il disonore offerti dalla mafia saranno sconfitti dalla consapevole, composta e gioiosa serenità che le donne e gli uomini e soprattutto i giovani di Libera sapranno trasmettere e condividere domani con le donne, gli uomini e soprattutto i giovani di Locri.
La Politica e la Pubblica Amministrazione, l’antimafia istituzionale e l’antimafia sociale siano presenti il 21 marzo per il giorno della memoria e tutti i giorni dell’anno per assicurare il perseguimento dei valori di giustizia e libertà su tutto il territorio nazionale.
(*) L’autore, magistrato a riposo, è socio di Leg Messina