“Onida ha colto, come altri prima di lui, che il quesito è pubblicità ingannevole a favore della posizione del governo”. Così Alfiero Grandi, vicepresidente vicario del Comitato nazionale per il no) commenta la nuova iniziativa legale contro il quesito referendario. Secondo Grandi “i ricorsi hanno un fondamento sostanziale”.
“E’ un fatto che il quesito del 2006 non era così di parte. E’ un fatto che si afferma che c’è il superamento del bicameralismo paritario mentre al massimo c’è un parziale superamento. E’ un fatto che un quesito omnicomprensivo come questo oltre che essere contro lo spirito dell’art 138 è anche una sommatoria che affastella argomenti diversi in modo improprio. La sottolineatura del risparmio – spiega Grandi – serve solo alla demagogia del governo e alla sua spinta antipolitica. Si potrebbe dire che chi di spada ferisce potrebbe rimanerne ferito”.
“Detto questo – conclude Grandi – vedremo se le sedi interpellate (Tar, Cassazione, Corte Costituzionale, tribunali) riterranno ammissibili i quesiti, fermo restando che il 4 dicembre si deve votare e bisogna impedire che il governo trovi nuove scuse per rinviare il referendum”.