Il giglio magico e gli ‘assessori al sì’

24 Maggio 2016

Tomaso Montanari

Dario Nardella, vicario di fatto del vero sindaco di Firenze, ha comunicato che ha chiesto ad ogni assessore della sua giunta di formare dieci Comitato per il Sì al referendum costituzionale, con un minimo di dieci iscritti.

È l’ennesimo anello di una catena di abusi e sgrammaticature istituzionali destinata ad allungarsi a dismisura da qui ad ottobre. Perché tutti i sindaci e ogni assessore hanno certo diritto a fare politica come credono: ma una giunta comunale, cioè un organo  di governo, non può diventare un super-comitato elettorale.

Per due motivi: perché i cittadini hanno eletto (e pagano) i loro amministratori per curarsi di tutt’altro. E perché un’amministrazione deve rappresentare tutta la comunità: mentre da ora ad ottobre Nardella e i suoi assessori non sono più il sindaco e la giunta  di tutti i fiorentini, ma solo di quelli che voteranno sì. Una bella prova generale del Partito della Nazione: quello che si identifica in modo indistinguibile con le istituzioni che occupa.

C’era davvero bisogno di questa ennesima esasperazione del conflitto, di questa ulteriore manifestazione di disprezzo nei confronti delle istituzioni e di una parte rilevante (e anzi, secondo i sondaggi attuali, maggioritaria) dei cittadini?

La repubblica.it – Articolo 9 ,  22 Maggio 2016

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