Ambasciatore di Ungheria in Italia, János Balla,
le scrivo per comunicarle la forte reazione negativa di molti cittadini italiani, nell’apprendere la decisione del suo Governo di punire con il carcere i profughi in transito in Ungheria. Chi lascia la propria casa, il proprio lavoro, gli anziani troppo vecchi e malati per scappare non compie alcun atto illegale. Cerca solo di salvare la propria vita e dare un futuro di pace ai propri figli. Almeno a quelli che riesce a salvare dalla morte.
La legge ungherese che punisce la sopravvivenza con il carcere è disumana.
Viola i principi basilari europei di rispetto dei migranti ed è blasfema verso la religione cristiana, che il suo Paese considera un elemento di identità nazionale, anche se – nei fatti – viene svuotata da ogni precetto di accoglienza. Quella stessa accoglienza che i profughi ungheresi chiesero ed ottennero nel 1956.
Ambasciatore János Balla,
il filo spinato che state stendendo sui vostri confini non è una protezione, ma l’assedio del cinismo che sta stringendo e rimpicciolendo l’Ungheria, una nazione che merita di arrivare presto al pieno rispetto dei diritti umani,.
Con vigilanza democratica,
Libertà e Giustizia di Roma
PS.
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