Quello dei migranti è un Olocausto

Quello dei migranti è un Olocausto

L a parola “Olocausto ” è quella giusta per raccontare ciò che sta succedendo intorno a noi in tempo reale: gente morta annegata, gente morta asfissiata, gente condannata a strisciare sotto barriere di filo spinato, gente ammanettata per essere riuscita a passare, navi piene di morti, camion pieni di morti, spiagge piene di morti, bambini perduti, soli per sempre (non ci sono più i genitori o sono finiti altrove). Oppure i loro corpi galleggiano a faccia in giù, in acqua e benzina nel sottofondo di un barcone. La miglior polizia francese e inglese garantisce il blocco a Calais, a Ventimiglia o sulla bianche scogliere di Dover. La migliore forza militare d’Ungheria usa gas e mezzi blindati casomai i siriani che tentano di salvarsi dal massacro riuscissero ad avvicinarsi. La parola “Olocausto”l’ha detta Marco Pannella. Sapeva benissimo che era ovvia, ma i leader europei, impegnati e mobilitati a esigere certi debiti dalla Grecia, avevano altro a cui pensare. Se la Grecia non paga i debiti, la sua cacciata immediata dall’Europa (Grexit) è inevitabile. Se l’Ungheria alza una barriera di strati di filo spinato, alta quattro metri e lunga centinaia di chilometri, per impedire ogni passaggio umano dalla Serbia (dunque dalla Siria) il fatto è ordinaria politica interna. E benché sia il confine dell’Europa (pensate, l’Europa di Spinelli, Colorni, Rossi), all’Europa non importa nulla di essere complice di strage. Persino l’America, in un modo non proprio esemplare, ci manda un appello alla lotta contro i perfidi trasportatori di morte (i famosi trafficanti) e non una parola sui nostri confini di morte e sul blocco totale e assoluto di qualunque corridoio umanitario. Sì, la parola Olocausto è la parola giusta. Talmente giusta che Angela Merkel, che fino ad ora si era dedicata solo al debito greco, si è svegliata di soprassalto e ha ordinato l’accoglienza, la più larga possibile, per i siriani. Ma finora neppure lei ha avuto qualcosa da dire sull’immorale e vergognoso blocco ungherese, che ha trasformato in un lager i confini dell’U ni o n e Europea. Neanche il presidente Junker ha avuto da obiettare, E la vice presidente Mogherini, che è l’Alto rappresentante per la politica estera europea dell’Ue, non si è mai presentata alla frontiera di morte ungherese, per aprire la porta sbarrata dell’Europa. Sapete perché un decente intervento di chi rappresenta l’Europa non c’è stato ? Perché gli scafisti e i trafficanti di esseri umani sono tra noi. Sono i Salvini, i Le Pen, gli Orbán, i ministri degli interni dei migliori Paesi europei, che scatenano le loro polizie per stanare gli esseri umani che potrebbero salvarsi, che sono già salvi, per ricacciarli o imprigionarli per il reato di avere cercato di garantire la vita a se stessi e ai propri bambini. Trafficanti e scafisti esistono, come esiste una costosissima flotta militare che occupa il Mediterraneo, e avrebbe già sparato agli scafisti, se non fosse tenuta a bada da navi come la “Phoenix ” della famiglia Catambrone, che ha salvato, da sola, migliaia di naufraghi, o la nave dei Medici senza frontiere. Infatti è in vigore il blocco assoluto voluto con forza dai “piazzisti di morte” di cui ha parlato il vescovo Galantino. Ma qui occorre tornare alle ossessioni di Pannella. Perché tanta criminalità e un così immenso guadagno intorno alla droga? Perchè il proibizionismo ha creato il paradiso della malavita organizzata. Ecco ripetuto il modello, a cura dei nuovi piazzisti: bloccare, proibire, chiudere. Se non esiste alcun modo di accostarsi legalmente all’Europa (salvo il visto in consolati già devastati e abbandonati da anni), perché non dovrebbe nascere un reticolato illegale, pericoloso e privo di scrupoli, per quel passaggio verso la salvezza che non può aspettare la prossima stagione e un cambiamento del torvo umore europeo? E poiché i “b u o ni ”, in Europa, non hanno il coraggio che ha avuto Monsignor Galantino (redarguito per settimane) e continuano a trattare con i piazzisti di morte come fossero politici e come se la condanna a morte di milioni di profughi fosse una delle opzioni possibili, ecco che l’Ue, e ciascuno dei suoi governi, è forzata a non avere alcuna politica, dedicandosi a danzare intorno al palo degli scafisti cattivi e dei trafficanti spietati, senza badare al fatto che quella gente non è che una agenzia criminale creata da noi. E anzi siamo noi stessi, con la nostra assenza, ignavia e tolleranza del male. L’intera organizzazione del traffico umano sarebbe sciolta, prima da un corridoio umanitario nei Balcani e da un traghetto legale e protetto da tutta quella flotta armata, verso l’Europa. È meglio che vengano tra noi (comunque lo fanno) coloro che abbiamo condannato a morte e che nella traversata hanno perso figli o genitori, o coloro che abbiamo portato in salvo con i loro bambini? L’Onu si è fatta viva. Ci sarà un summit dedicato all’immenso esodo il 30 settembre. Non ci resta che la finta meraviglia di fronte ad ogni nuovo carico di morti.

Il Fatto  Quotidiano, 30 agosto 2015

9 commenti

  • Peccato che quando ne avremo accolti e distribuiti equamente, non 30/40 mila, ma un milione, non avremo fatto nulla, ma ci troveremo ancora un grande problema tutto da risolvere!

    Perchè l’ONU prevede al 2050 un incremento demografico africano dell’ordine di oltre UN MILIARDO di individui e in Europa non possono starci neppure fisicamente!

    Sig Colombo lei fa finta di dimenticare che ogni solidarietà deve restare sostenibile, altrimenti insterilisce e muore, se va bene. Ma se va male genera guerre tra poveri con altri lutti e dispiaceri.

    Deve restare sostenibile rispetto alle situazione oggettive dei paesi di arrivo. Per l’Italia l’ISTAT rileva 4 milioni di poveri in crescita: difficile che possano tollerare che lo Stato continui a spendere 40€ al giorno a immigrato per un numero sempre crescente e poco importa che sia un rifugiato!

    E non importa neppure che ci sia il Salvini di turno, giacchè vediamo in tutta Europa, anche quella colta e aperta del nord, dove i partiti della destra avanzano ad ogni elezione e quando saranno al potere faranno grame leggi per bloccare l’immigrazione. E dove vediamo che già rifiutano accoglienza: Regno Unito, Danimarca, Austria per non dire dell’Ungheria e della recentissima Macedonia.

    Strano che lei sig Colombo, sempre così puntuale, non colga la dimensione reale del problema, che non può essre un problema di accoglienza perchè è un problema di “esplosione demografica insopportabile, forse per il pianeta stesso”.

    Strano che non richiami il fatto che la Cina già 35anni or sono, scelse la via del contenimento delle nascite, con la legge del figlio unico, per stabilizzare la sua popolazione, e si legge di 400 milioni di aborti e 15 milioni di neonaticidi selettivi (mancano il 15/20% di donne) mentre nell’Africa subsahariana ancora oggi ogni donna ha mediamente 6 figli e che non si senta ancora ragionare di sterilizzazione di ogni donna con già 2/3 figli che capiti in un ambulatorio di qualunque entità operi in Africa, religioso o laico che sia.

    Strano che non arrivi alla conclusione che un miliardo di nuovi africani potrà stare solo in un’Africa, il continente meno densamente popolato, bonificata dalle guerre, dall’ignoranza demografica e ambientale.

    Strano che non si ragioni di prevenzione nei luoghi di partenza dove i milioni di € che ogni giorno l’Europa spende nell’accoglienza, nel soccorso in mare, nel mantenimento, nel respingimento, varrebbero 10/20/50 volte tanto con risultati proporzionali. E sarebbero non una spesa, ma un investimento.

    Strano che si continui a ignorare che nell’aprile 14 il prof. Romano Prodi, incaricato ONU per l’Africa, firmava un editoriale sul Messaggero che titolava “UN SALVAGENTE PER L’AFRICA, ALTRIMENTI L’IMMIGRAZIONE CI TRAVOLGERA'”. Il prof. Romano Prodi, cattolico adulto e coerente, non un Salvini o Le Pen qualunque.

    Ma perché nessuno di questi eroi dell’accoglienza risponde a questa durissima realtà

    Strano e incomprensibile…

  • Complimenti Sig. Colombo,
    il mondo ha bisogno di gente “buona” come Lei.
    Se non siamo in grado di fermare le guerre (che è l’unica possibilità di fermare l’olocausto) non possiamo far altro che dividere quello che abbiamo.
    I “calcoli” degli esperti non portano da nessuna parte.

  • Sig, Roberto,
    anche lei si è guadagnato la medaglia alla bontà!

    Ma con l’ultima riga “I “calcoli” degli esperti non portano da nessuna parte.”, se ne è guadagnata un’altra: immagini lei quale meriti chi nega l’importanza degli esperti!

    Vede, il più buono di tutti per non voler deflettere neppure momentaneamente, è salito al Calvario all’età di 33 anni. Pensi un po’ se fosse campato 80 anni quanto bene avrebbe potuto fare all’umanità!

    “La solidarietà deve restare sostenibile, altrimenti insterilisce e muore, se va bene. Ma se va male genera guerre tra poveri con altri lutti e dispiaceri.” Garantito, purtroppo!

  • Mi è del tutto incomprensibile la differenza che tutti i partiti fanno quando si parla di migranti: da un lato quelli che provengono da aree di guerra, che hanno diritto a richiedere asilo, e dall’altro tutti gli altri, spesso chiamati profughi economici, se non più cinicamente clandestini.

    Come se chi scappa dalla miseria, dalla disperazione, dalla morte per fame, non avesse diritto alla vita.

    Trovo veramente desolante l’assopimento della nostra umanità nel nostro miserabile benessere, e scandaloso che la stragrande maggioranza dei nostri politici speculi biecamente sul fenomeno epocale della migrazione e non sia capace di affrontare coraggiosamente il costo del saggio politico che deriverebbe dall’assumere le posizioni e le conseguenti determinazioni che distinguono un uomo civile da un barbaro.

  • A mio parere, l’immigrazione di massa, specialmente quella da oltremare, è promosssa e voluta dalle superpotestà, finanziarie e religiose, che ne vogliono gli inesorabili effetti: rottura della coesione nazionale, indebolimento delle strutture statali, guerra tra poveri, disfunzionamento dei pubblici servizî , collasso dello stato sociale: donde il trionfo del liberismo assoluto, la concentrazione estrema della ricchezza e la proletarizzazione delle masse, che torneranno a cercare conforto nella religione e a ossequiare i suoi ministri. Pertanto, gli xenofili o xenomani, qualunque opinione essi abbiano di se stessi, obiettivamente operano al servizio della reazione più bieca.

  • a PALINURO No, non scappano, come dice Lei, dalla miseria, dalla disperazione, dalla morte per fame. Io ho visitato, in gioventù, paesi asiatici allora miserabili e la gente non aveva proprio l’aspetto di questi marcantoni africani alti come cestisti e robusti come rugbisti. Costoro fuggono: nei casi peggiori, i genitori anziani che non vogliono mantenere, il fratello disabile, i parenti della ragazza che hanno messo incinta, la polizia e la magistratura dei loro paesi; nel caso migliore, fuggono la necessità del lavoro. Le prove di questa mia affermazione? 1) Il fatto che nessuno di loro ha uno straccio di documento, chiaramente perché non vogliono essere rintracciati. 2) Il comportamento che tengono qui e l’ingratitudine (il peggiore dei vizî umani) verso chi li ha accolti.

  • In risposta a Carlo Auletta – Non scappano dalla miseria, dalla disperazione, dalla morte per fame, Lei dice.
    Le generalizzazioni – specie se precedute da affermazioni apodittiche del tipo “io ho visitato..”, “io ho visto…” – non sono argomentazioni tutt’altro che persuasive.
    E poi la “ingratitudine verso chi li ha accolti”, di cui Lei accusa (sempre generalizzando) i disperati migranti mi fa pensare che la generosità dell’accoglimento accompagnata dall’attesa di dosi indefinite di gratitudine non rientra più nella categoria della generosità, ma in quella dell’affare, del business.

  • Mi accorgo di un errore contenuto nel mio precedente commento:
    il “non sono argomentazione tutt’altro che persuasive” dovrebbe leggersi “sono argomentazioni tutt’altro che persuasive”.

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