Roma. «Il sindacato non si deve occupare solo dei lavoratori ma anche di altri temi: la sanità, l’ambiente, i diritti. Non solo lo penso ma lo rivendico».
Susanna Camusso sostiene che la sua scelta indebolisce i lavoratori.
«Non arrivo a dire che sia la sua posizione a indebolire i lavoratori perché sono rispettoso del segretario della Cgil, anche se la Cgil non lo è con noi. Ma guardi che se quel sindacato esiste da 100 anni è proprio perché è sempre stato un soggetto politico. Se avesse fatto solo il sindacato di mestiere… ».
Il segretario della Fiom Maurizio Landini è in treno fra Roma e Firenze. La linea va e viene. Ma il suo ragionamento fila ad alta velocità. Se avesse fatto solo il sindacato di mestiere, diceva?
«Non esisterebbe più. Contro il governo la Cgil ha fatto uno sciopero generale. E cos’è quello se non uno sciopero politico? Solo che il governo non si è mosso di una virgola e noi dobbiamo prendere atto di una situazione senza precedenti».
Quale, segretario?
«Il governo non solo sta riducendo i diritti senza consultare nessuno ma sta uccidendo tutti i corpi intermedi, non soltanto il sindacato ma l’intero concetto di rappresentanza. Quindi o noi allarghiamo l’alleanza alle associazioni e ai movimenti oppure veniamo spazzati via. Tutti».
Nella coalizione sociale lanciata dalla Fiom ci sono anche associazioni come Emergency e Legambiente. Cosa c’entrano con il lavoro?
«C’entrano eccome. Facciamo l’esempio dell’Ilva di Taranto. Lì c’è anche una grande questione ambientale. E se io non coinvolgo le associazioni ambientaliste il problema non lo risolverò mai. Ma questo non vuol dire che non siano i lavoratori a decidere, né che il sindacato rinunci al suo ruolo. Ma agli strumenti tradizionali bisogna aggiungerne altri, altrimenti il sindacato sparirà».
Per questo Landini spiega di pensare a «forme di referendum» che riguarderanno non solo il Jobs act. Mentre respinge la richiesta della Camusso di un «documento comune» prima della manifestazione del 28 marzo, che vedrà in piazza sia la Fiom sia la Cgil.
«Non cè bisogno di scrivere nulla. Il documento comune c’è già, è quello approvato allassemblea della Fiom che parlava proprio della coalizione sociale: approvato con il 93% dei voti, c’era pure un rappresentante della Cgil. Davvero non vedo cosa chiarire». Tuttavia un modo per evitare la rottura immediata è stato trovato: «Quella del 28 sarà la manifestazione della Fiom e chi vuole partecipare potrà farlo, come sempre é stato. Daremo la parola anche a associazioni e personalità». E ai partiti?
«Possono venire ma non parlare dal palco. E non sarà la manifestazione della coalizione sociale perché la coalizione non esiste ancora. Per ora è una proposta: ad aprile saranno le associazioni, non Landini, a decidere se andare avanti».
Sulle regole per scegliere il nuovo segretario Cgil, Landini dice non pensare alle primarie, «anche visto quello che succede quando le fanno i partiti» ma a «far votare i delegati eletti in ogni azienda». E se la Cgil non sceglierà questo modello «la Fiom deciderà cosa fare». Camusso ha detto che alla fine del suo mandato, nel 2018, non farà più sindacato in prima linea e non entrerà in politica. Anche il suo mandato scade nel 2018. Lei cosa farà?
«Tornerò a disposizione della Cgil». E da qui al 2018? «Il segretario della Fiom. Anzi, posso dire un’ultima cosa prima che ricomincino le gallerie?» Prego. «Il 28 venite tutti a Roma».
Il Corriere della Sera