Lo scrittore Ermanno Rea: «La sinistra per ora non c’è. Renzi spegne gli ultimi fuocherelli»

04 Marzo 2015

«Non conosco De Luca, di certo non mi può piacere qualcuno che viene definito sindaco sceriffo. E di sicuro non si può cambiare la legge Severino ad personam. Ma non credo che attualmente sia questo il problema. Nel nostro paese non abbiamo una sinistra e Renzi è un pompiere che ha spento gli ultimi fuocherelli». La vede così Ermanno Rea, secco e deciso. Lui, classe 1927, che alle scorse europee si è candidato al Sud per la Lista Tsipras, da giornalista e autore di grandi successi come Mistero Napoletano (premio Campiello 1996) e Napoli Ferrovia (premio Strega 2008), ha vissuto la politica italiana intensamente, senza mai tirarsi indietro o risparmiare critiche ai dirigenti che dal dopoguerra in poi hanno contribuito a fare la storia di questo paese. Forse proprio per questo è distaccato e restio a parlare di rottamatori e di primarie al sapore di pasticcio Dem.
Professore, ha seguito le consultazioni del Pd in Campania?
Ovviamente, ma ormai non voto più a Napoli e non conosco nessuno dei personaggi che sono stati candidati. Ho letto qualcosa su Vincenzo De Luca. Viene chiamato ’il sindaco sceriffo’, usa degli slogan sindacabili e ha un piglio decisionista molto lontano dalla mia idea di politica.
Però nel Pd lo hanno votato e in tanti, non solo a Salerno. I campani, ma in special modo i napoletani, sono disperatamente alla ricerca di un individuo carismatico che riesca a risolvere i problemi strutturali e radicati che ci sono in una regione del Mezzogiorno. In loro si accende un lumicino di speranza e si aggrappano all’uomo del momento. È successo con de Magistris, oggi con De Luca, ma dietro questa corsa disperata finiscono irrimediabilmente per impattare in personaggi che disattendono le aspettative. Questa voglia di rinnovamento deve invece essere incanalata, ricominciare dal basso con una guida capace di grande magistero etico e in grado di mettere a frutto le energie e le possibilità di questo popolo.
Un nome alternativo non emerge, De Luca potrebbe essere sospeso il giorno dopo l’elezione. Non sarebbe uno spreco lasciare la Campania ancora alla destra?
La legge Severino c’è e non si discute, anche se mi pare che il reato di abuso d’ufficio di cui è accusato De Luca sia ben diverso da quello di Berlusconi, condannato in via definitiva per ben altre ragioni. Ma è inutile buttarsi su queste microstorie. De Luca correrà e se vincerà, nel caso in cui dovesse essere sollevato dall’incarico, ricorrerà al Tar. Al massimo si rifaranno le elezioni. Il problema è che in Campania è forte e urgente la domanda di democrazia e rinnovamento. C’è un grande desiderio tra le persone che non viene appagato per mancanza di responsabilità, per la corruzione dilagante e per la disfatta morale.
Nel Pci sarebbe potuto accadere?
Il paragone non regge, era tutta un’altra cosa, con una struttura diversa, le primarie non erano nemmeno in calendario. Anche perché non è che nel Pci di democrazia ce ne fosse davvero tanta.
Parliamo al presente. Come vede il Pd di Renzi?
È un limone spremuto dove non ha senso andare a cercare altro succo. Credo di aver descritto bene la situazione attuale in un mio libretto ‘La fabbrica dell’obbedienza, il lato oscuro e complice degli italiani’ (ed. Feltrinelli, ndr). Renzi ha abbagliato l’opinione pubblica che riesce sempre a innamorarsi in fretta dei personaggi sbagliati, ma anche a farli cadere presto in disgrazia. È già finito il suo tempo. Credo che il premier non sia in grado di incantare più nessuno e vada avanti con qualche illusione che aveva messo in scena all’inizio. Per il nostro paese è stato un pompiere in grado di spegnere le ultime fiammelle di sinistra nel sistema partitico.
Non ci sono speranze di avere una rappresentanza a sinistra?
Noi veniamo da anni di berlusconismo e manchiamo di senso di responsabilità sottratto da santa romana chiesa. La sinistra italiana non è mai stata capace di amalgamarsi, unirsi ed esprimere se stessa. Qui non riesce nemmeno a venir fuori una Syriza o una Podemos. Così sono pessimista a breve distanza. Ma ottimista sul lungo periodo. La situazione oggi è disperata, ma gli uomini hanno superato ostacoli enormi. Qualcosa di positivo accadrà. Io non vedrò l’aurora perché ho 88 anni, la vedranno i figli dei figli.
Ha in mente qualcuno capace di traghettarci fuori da questo immobilismo?
Non credo ai nomi e cognomi ma a tante persone di qualità e alla capacità di organizzare il dissenso.

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