Pippo Civati: più risorse agli istituti pubblici così si aiutano le famiglie

02 Marzo 2015

Roma. «Sono per sostenere la scuola pubblica. Questo deve essere il nostro obiettivo». Pippo Civati, dissidente dem, non accetta meccanismi di finanziamento della scuola paritaria.
Civati, perché è contrario?
«Non conosco nel dettaglio la proposta dei 44 firmatari dell’’appello a Renzi. Ma sono molto scettico e critico di fronte a misure di questo tipo. Dopo le esperienze nelle regioni amministrate dalla destra che hanno abusato di questo strumento, di fatto è stato impoverito, se non annichilito, il diritto allo studio. Ma non sono d’’accordo anche per un altro motivo».
Quale?
«Difendo il concetto di laicità che sembra scomparso in un momento in cui a livello internazionale si parla di

Roma. «Sono per sostenere la scuola pubblica. Questo deve essere il nostro obiettivo». Pippo Civati, dissidente dem, non accetta meccanismi di finanziamento della scuola paritaria.
 Civati, perché è contrario?
«Non conosco nel dettaglio la proposta dei 44 firmatari dell’’appello a Renzi. Ma sono molto scettico e critico di fronte a misure di questo tipo. Dopo le esperienze nelle regioni amministrate dalla destra che hanno abusato di questo strumento, di fatto è stato impoverito, se non annichilito, il diritto allo studio. Ma non sono d’’accordo anche per un altro motivo».
Quale?
«Difendo il concetto di laicità che sembra scomparso in un momento in cui a livello internazionale si parla di integralismi e fanatismi. E a livello nazionale si discutono temi sensibili come matrimoni gay e fine vita, per non parlare degli sconti fatti alla Chiesa con l’’Imu. Non sono forse detrazioni, quelle?».
I 44 deputati dicono di voler aiutare chi non se lo può permettere a esercitare il diritto di scelta sancito dalla Costituzione.
«Mi fa piacere che si parli di indigenti perché il governo finora per loro non ha fatto nulla. Sul tema, tuttavia, sono per misure più radicali come il reddito minimo».
Porta chiusa anche a discuterne?
«Sono pronto a discutere di misure del genere solo una volta che la scuola pubblica sia stata messa in sicurezza con le risorse necessarie».

la Repubblica, 2 marzo 2015

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