Vado alla mostra “L’età dell’angoscia” (Musei Capitolini) che analizza il periodo critico da Commodo a Diocleziano (180-305 d.C.). Pensavo di godermi un paio d’ore di storie e di marmi, ma ad ogni pannello esplicativo mi sento una fitta.
Leggo che questo è il periodo dove arrivano a livelli altissimi evasione fiscale, corruzione, perdita di credibilità delle istituzioni. I generali pragmatici riducono i poteri del senato e si fanno nominare imperatori dai loro eserciti, salvo essere ammazzati quando le loro legioni vedono emergere un altro generale, che promette di conservare i loro diritti acquisiti
Sono gli anni in cui Caracalla dice al fratello Geta di stare sereno e poi l’ammazza.
Il popolo si sente schiacciato dalle tasse e dall’ingiustizia, perché i ricchi riescono a non pagarle e tutto il prelievo si scarica sulla classe media di artigiani e mercanti Le disparità sociali aumentano e iniziano a corrodere in profondità la coesione. Proseguo nelle sale, dandomi del fazioso, e rimproverandomi per voler vedere per forza “assonanze” con la situazione attuale. Poi mi ricordo che il colpo di grazia all’Impero Romano d’Occidente è stato dato dai germanici, gli avi della Merkel… La prossima volta vado al cinema.
Massimo Marnetto, coordinatore Circolo LeG Roma