No, caro Presidente e caro Premier, non ci sono tarli nella nostra Costituzione.
22 dicembre 2014. Assemblea plenaria del CSM. Giorgio Napolitano afferma: “Il bicameralismo paritario è stato il principale passo falso dell’assemblea Costituente ed è stato un tarlo sottovalutato”.
31 dicembre 2014. Discorso di fine anno e fine mandato del Presidente della Repubblica che ricorda: “Un anno fa,nel messaggio del 31 dicembre, avevo detto: “Spero di poter vedere nel 2014 almeno iniziata un’incisiva riforma delle istituzioni repubblicane”. Ebbene è innegabile che quell’auspicio si sia realizzato. E il percorso va, senza battute d’arresto, portato a piena conclusione”.
1 gennaio 2015. Lettera di Matteo Renzi al Pd: “Nel 2015 porteremo a termine l’iter parlamentare delle riforme costituzionali. E’ un lavoro di portata storica… Il Presidente Napolitano ha spiegato bene come il bicameralismo paritario sia stato il più grande errore dell’Assemblea Costituente…”
Segue il “crono-programma” per il 2015, nel quale, tra le prime cose da fare, c’è la legge elettorale. Dice Renzi “Eravamo divisi tra chi voleva i collegi e chi voleva le preferenze: avremo gli uni e le altre”. Dice il Premier che in ogni collegio ci sarà un candidato ufficiale del partito che girerà le strade ed entrerà nella case, riconoscibile; e poi comunque le preferenze, cioè gli altri e le altre, non sostenuti ufficialmente e forse anche economicamente dal partito, i signori nessuno …che potrebbero forse essere eletti alla Camera. Eliminati anche i “ricatti dei partitini”, con il premio di maggioranza alla lista: potrebbero passare, ma non conterebbero nulla. E la sera si saprà chi ha vinto.
Tutto facile, tutto rapido. Ma non è affatto chiaro perché Berlusconi ci stia, perché accetti il premio alla lista invece che alla coalizione, come dovrebbe convenirgli. Se lo chiede persino Roberto D’Alimonte: “La domanda è intrigante, ma la risposta in fondo è irrilevante” dice il padre della riforma elettorale.
Non resta che chiedersi se a Berlusconi interessi entrare lui in Parlamento, togliendosi di dosso la famosa condanna, più che rimettere insieme una coalizione di destra comunque destinata a perdere.
3 gennaio 2015. “Il Fatto” scopre che nel testo sulla frode fiscale uscito da Palazzo Chigi, nei giorni di Natale qualcuno ha infilato poche righe che consentono a Berlusconi di tornare a far politica. Tranquilli, assicura il Premier il 4 gennaio: quelle righe le toglieremo.
Stiamo vivendo un inizio d’anno carico di angosciosi problemi che dividono il Paese e ancor più lo faranno nei prossimi mesi. Occorre riflettere sul finale della lettera di Matteo Renzi al Pd, quando spiega che non sarà possibile far meglio del 2014, un “anno straordinario”, in cui il Pd ha “vinto ovunque e sfondato il muro del 40”.
Può essere straordinario per un partito un anno tanto difficile per tanti cittadini?
Caro diario…mi chiedo infine perchè i nostri padri Costituenti, i Dossetti, i Calamandrei e i La Pira e i Togliatti, siano stati così sbadati e abbiano fatto tanti “passi falsi” che ora tocca a Renzi e alla Boschi rimediare riscrivendo tutta la seconda parte della Carta e chiudendo per sempre il Senato .
Durante il fascismo avevano rischiato la vita per una Costituzione nella quale infilare di soppiatto qualche “tarlo”?
Caro diario …io non ci credo. Non sono andate così le cose. No davvero.
Illustre Presidente,
non possiamo continuare ad attendere l’ultima malefatta, l’ultimo progetto infausto, l’ultimo tarlo a firma della diffusa mediocrità che svilisce le Istituzioni Repubblicane, per poi analizzarlo, criticarlo, commentarlo, nell’attesa che venga realizzato.
O nell’attesa del successivo.
Noi che stimiamo la Costituzione, Noi, a cui l’articolo UNO assegna la Sovranità, dobbiamo progettare e percorrere il modo di uscire da questo “cul de sac” in cui ci troviamo sempre più stretti, quasi soffocati, dalla pessima qualità, quasi simulacro di democrazia, che ci viene ammannita quotidianamente.
Prima che la Costituzione che stimiamo venga destrutturata e sia ancor più difficile, se non impossibile, esercitarlo quale strumento di efficacia assoluta per fermare degrado e declino, e per prevenire un futuro ancor più gramo del pessimo presente.
Coraggio Presidente! Lei assieme ai nostri riferimenti culturali più stimati, Carlassare, Rodotà, Settis, Zagrebelsky e simili, “stringetevi a coorte” per elaborare insieme il percorso e offrire a tutto quel Popolo che attende da tempo di ritrovare l’entusiamo per il futuro, la possibilità di esprimerlo!
Se la Demos di I. Diamanti rileva che solo il 3% della Cittadinanza ha una residua fiducia nella politica e solo il 7 nell’Istituzione principe, il Parlamento, è oggettivo credere che essa aspetti solo qualcosa di credibile a cui affidare il destino del Paese.
E allora realizziamo, finchè è possibile, la Sovranità Popolare ed esercitiamo gli articoli 50 e 71, che consentono la Democrazia Diretta Propositiva! Per ottenere riforme, per riaffermare la Sovranità Popolare, per ritrovare la Dignità di Cittadinanza, per abbattere l’arroganza della casta e di ogni altra lobby, che siano farmacisti ed avvocati, burocrati e tassisti, generali ed ammiragli, curie e mafie, perchè contro la Sovranità Popolare, non ci sono ricatti o pressioni che tengano, ma conviene solo l’ossequio.
E per blindare la Carta da ogni attacco lesivo del suo spirito originario e autentico, ma non dagli opportuni aggiornamenti.
E per impedire che il prossimo Presidente della Repubblica esca dal Nazzareno!
Coraggio Presidente! c’è una Cittadinanza in attesa che ha bisogno di Guide…
La nostra Costituzione è la più bella del mondo, ma non è intoccabile. È però inaccettabile toccarne l’elezione diretta del Senato.
Il sig.Padovani dovrebbe cortesemente dirci perché la nostra Costituzione è la più bella del mondo. Riusciremmo così a comprendere meglio in che misura è opportuno e saggio modificarla. In altre parole: chi oggi si oppone alle modifiche in atto non credo lo faccia per motivi estetici. In ballo, sig. Padovani, sono i valori democratici e l’ agibilità politica. Quando si accetta che un Parlamento, politicamente delegittimato da una sentenza della Corte Costituzionale, non solo resti in vita ma addirittura si erga ad assemblea costituente e i suoi lavori siano ostaggio delle decisioni di un governo, a sua volta ostaggio di un partito il cui leader è contemporaneamente leader di un governo nato nei modi che sappiamo, beh, quando si accetta tutto ciò e…molto altro ancora, qualche dubbio sulla legittimità costituzionale dell’ attuale assetto statuale dovrebbe pur venirci. Non le sembra ? Per questo – dando per scontato che la sua affermazione non contenesse un overdose di ironia – sono personalmente curioso di sapere perché lei reputa la nostra Costituzione la più bella del mondo.
Giovanni DeStefanis, LeG Napoli
Signor De Stefanis considero la nostra Costituzione la più bella del mondo ritenendola la più equilibrata. Però ritengo che se il Parlamento, senza toccare nient’altro, introducesse la sfiducia costruttiva e, escludendo dall’elezione i condannati in via definitiva indipendentemente dalla pena a loro inflitta, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica non sarebbe affatto scandaloso. Anzi, meglio così piuttosto che lo scempio andato in scena in occasione delle ultime elezioni presidenziali.
Cari concittadini come me preoccupati per le sorti della nostra Costiruzione, storia e cronache ci evidenziano come non bastino analisi, commenti e lamenti, appelli, raccolte firme e manifestazioni, editoriali, libri e discorsi pubblici o altre amenità del genere, a fermare la grama strategia già in marcia.
E’ doveroso quindi prendere atto che, per blindare la Carta da ogni attacco lesivo del suo spirito originario e autentico, ma non dagli opportuni aggiornamenti, sia necessario qualcosa di diverso.
Come abbinare alla sua “autorevolezza”, l’autorità della Sovranità Popolare Realizzata.
Sovranità che non può essere ridotta a inutile intercalare retorico essendo , NON PER CASO, l’articolo UNO della Costituzione!
Lamentarsi e lasciare che le cose accadano, rende complici per “omissioni di atti di Cittadinanza responsabile dovuti”.
Illustre Presidente emerito,
come cittadino mi sento in dovere di ringraziarLa per come ha magistralmente interpretato – con elasticità ma senza mai prevaricarla – la Costituzione ed il ruolo da essa affidatole, assumendosi la responsabilità di decisioni, su tutte quella – secondo me indispensabile ed ingiustamente criticata da più parti – del Governo tecnico, che ha consentito alla Nazione di superare un momento difficilissimo in cui lo Stato rischiava il fallimento.