Riforma Senato, stallo sul ‘canguro’. I dissidenti contro Pietro Grasso: “Non si può sulla Costituzione”

30 Luglio 2014

E già mezza giornata è saltata. La seduta del Senato riprende con la protesta, seppure con toni civili e composti, dei dissidenti del Pd, nonché delle altre forze politiche (Forza Italia) sulla riforma costituzionale. Il punto riguarda il cosiddetto ‘canguro’ usato da Pietro Grasso ieri sera per saltare 1400 emendamenti al ddl Boschi. “Non si può fare”, intimano i dissidenti del Pd. Felice Casson l’aveva già detto in aula ieri sera, oggi lo hanno ripetuto Massimo Mucchetti e Paolo Corsini del Pd e poi Augusto Minzolini di Forza Italia, tra gli altri. Il presidente del Senato ha quindi disposto la riunione della giunta per il regolamento per dirimere una questione che non sembra affatto di superficie. Dopo una riunione durata tutta la mattinata, la giunta decide a maggioranza a favore della scelta operata da Grasso: 10 a 4.

I frondisti contestano l’applicazione dell’articolo 85 e dell’85 bis del regolamento della Camera, disposta dal presidente Grasso. E non perché sia stato applicato al Senato: è successo altre volte in passato. Bensì perché la “facoltà del Presidente di modificare l’ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell’economia o della chiarezza delle votazioni stesse”, prevista dall’articolo 85, non è possibile per le leggi di riforma costituzionale, come recita l’articolo 85 bis. Ecco qui:

“Le disposizioni di cui all’ultimo periodo del comma 8 dell’articolo 85 non si applicano nella discussione dei progetti di legge costituzionale e di quelli indicati nell’articolo 24, comma 12, ultimo periodo”.

E’ questo che ha portato Casson a porre il problema ieri sera in aula. E’ questo che ha portato Mucchetti e Corsini a continuare sulla stessa scia questa mattina. “Ieri non abbiamo scritto una bella pagina nella storia del Senato”, ha detto Mucchetti a Grasso. Adesso “molto del peso della necessità che il dibattito in aula proceda in modo positivo e concludente riposa sulle sue spalle – ha continuato il senatore del Pd – la ricordo in campagna elettorale come una persona saggia equilibrata e ferma. Non ho condiviso gli attacchi di ieri alla sua persona e tuttavia, a un suo vecchio compagno di campagna elettorale sarà consentito di chiederle un chiarimento circa l’uso, l’origine, il come e il perché, si sia usato in quel modo il meccanismo del ‘canguro’”. Per Corsini: “C’è anche un secondo torto: quello di chi utilizza il regolamento, o i regolamenti, come chiave di volta di soluzione di un problema politico che abbiamo di fronte. Non ho condiviso l’uso di una norma applicata per analogia ma non nella sua completezza”. E Minzolini: “Non penso che Renzi sia un Cesare, ma chiarire l’uso del ‘canguro’ serve a evitare che un Cesare in futuro possa modificare la Costituzione con un colpo di mano”.

Dopo la nefasta giornata di ieri, con il tentativo di mediazione di Vannino Chiti fallito nel muro contro muro tra Sel e governo, al Senato i lavori sul ddl Boschi si sono già fermati di nuovo per metà giornata. Va sottolineato che inizialmente, dopo le richieste di chiarimento dei frondisti, l’aula avrebbe dovuto riprendere alle 11.30.

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