Se Renzi oggi indica la soglia minima del Pd nel 26 per cento non è né perché ha sondaggi così bassi né per scaramanzia: è semplicemente per vendere come una vittoria, lunedì, un eventuale 28-29, che invece sarebbe una mezza batosta, con tutto il casino che ha fatto.
Il fatto è che nei palazzi si guarda già al dopo, a quello che succederà da lunedì in poi: sempre per il noto motivo che dell’Europa e delle sue politiche, tra i big nostrani, non frega nulla a nessuno. Si pensa solo all’eterna partita a scacchi che si svolge in mezzo chilometro quadrato della capitale.
Anch’io, assai più modestamente, invito a guardare al dopo: ma fuori dai giochetti dei partiti, sulle cose concrete e ripartendo dal basso.
La prima iniziativa che vi voglio segnalare è quella di Libertà e Giustizia, a Modena, il 2 giugno: sulle disuguaglianze, le oligarchie, la corruzione. Un modo per riprendersi la Festa della Repubblica, lontano da fanfare e da sfilate di carri armati. Un modo per dire che in questo Paese l’unica speranza è «la reazione degli esclusi», qualunque cosa abbiano votato o non votato domenica. L’appuntamento è qui e il mio invito è a diffonderlo e condividerlo.
Il secondo appuntamento è quello dei lavoratori dei call center, il 4 giugno, a Roma. Ha valore per loro, certo, quelli che rispondono al telefono per 3-4 euro l’ora, ma soprattutto per iniziare a costruire una rete sindacale dal basso di tutte le persone che campano nei cosiddetti nuovi lavori, tra precariato, dumping salariale e ricatti. Insomma, non è una protesta di corporazione, spero che questo sia chiaro. Qui la pagina Facebook per chi vuole saperne di più e partecipare alla campagna social. L’appuntamento fisico è alle 10 del 4 giugno in piazza Repubblica a Roma.
Piccoli o grandi pezzi d’Italia che si muovono fuori dai giochi di palazzo, cioè la parte più bella della politica.
Qui il blog di Alessandro Gilioli