«La posta è il popolo sovrano»

14 Marzo 2014

Da Romolo a Mat­teo Renzi. Il senato si avvia davv­vero a scom­pa­rire? L’Assemblea delle auto­no­mie pro­po­sta dal pre­si­dente del Con­si­glio non è solo la cor­re­zione, attesa da anni, del bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio, ma un inter­vento pro­fondo nell’architettura della Costi­tu­zione.

Carlassare_LorenzaDa Romolo a Mat­teo Renzi. Il senato si avvia davv­vero a scom­pa­rire? L’Assemblea delle auto­no­mie pro­po­sta dal pre­si­dente del Con­si­glio non è solo la cor­re­zione, attesa da anni, del bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio, ma un inter­vento pro­fondo nell’architettura della Costi­tu­zione. La costi­tu­zio­na­li­sta Lorenza Car­las­sarre lo boc­cia in pieno. Con una pre­messa. «L’idea di limi­tare a una camera il rap­porto fidu­cia­rio del governo è vec­chia e con­di­visa. Ma per affi­dare al senato fun­zioni di garan­zia poli­tica o di rac­cordo con i cit­ta­dini sui ter­ri­tori. Qui non si fa né l’una cosa né l’altra. Mor­tati già nell’assemblea Costi­tuente diceva che il senato avrebbe dovuto ‘inte­grare la rap­pre­sen­tanza’. La bozza che ha pre­sen­tato Renzi è la nega­zione di quel pensiero».
Pro­fes­so­ressa Car­las­sare, come andrebbe supe­rato a suo giu­di­zio il bica­me­ra­li­smo paritario?
Ho tro­vato nei lavori della com­mis­sione bica­me­rale del ’97 una pro­po­sta inte­res­sante. Si imma­gi­nava allora il senato come un con­trap­peso isti­tu­zio­nale al governo, reso neces­sa­rio dall’affermarsi dei sistemi mag­gio­ri­tari nei quali l’equilibrio si spo­sta fatal­mente in favore dell’esecutivo. E in que­sto caso, cito dalla rela­zione della bica­me­rale, si impone la valo­riz­za­zione della fun­zione di con­trollo demo­cra­tico verso il governo stesso. Il senato avrebbe dovuto occu­parsi delle libertà della per­sona, degli orga­ni­smi neu­trali e del sistema di informazione.
L’Assemblea delle auto­no­mie rea­lizza almeno l’altro obiet­tivo, quello di rap­pre­sen­tare i territori?
Non mi pare. Così com’è pro­po­sta non è espres­sione del popolo della regione, delle sue diverse istanze e inte­ressi. Sem­bra più un organo di rac­cordo dei governi regio­nali tra loro e con il governo cen­trale. Pro­prio in que­sta fase sto­rica in cui cre­sce la domanda di par­te­ci­pa­zione, si risponde esclu­dendo gli elet­tori dalla scelta dell’istituzione. L’obiettivo è chiarissimo.
Qual è?
Vedo un filo logico tra la riforma elet­to­rale e que­sta pro­po­sta sul bica­me­ra­li­smo. L’intenzione di restrin­gere sem­pre più il potere degli elet­tori è la stessa. Si punta a ridurre il peso del popolo sovrano, addo­me­sti­carlo, taci­tarne la volontà. Dimi­nuire le garan­zie demo­cra­ti­che è in fondo un desi­de­rio da molti anni domi­nante. Ma qui, con que­sta nuova assem­blea dei nota­bili che si sosti­tui­sce agli eletti dal popolo, il dise­gno appare chia­ris­simo. E che dire poi dei 21 nomi­nati diret­ta­mente dal pre­si­dente della Repub­blica che potreb­bero da soli for­mare una pat­tu­glia nutrita in grado di spo­stare gli equi­li­bri poli­tici all’interno della assemblea.
Ma i pre­si­denti di regione e i sin­daci sono in fondo eletti dai cittadini.
Pec­cato che i pre­si­denti di regione in una data tor­nata elet­to­rale potreb­bero benis­simo essere tutti o quasi tutti espres­sione della stessa forza poli­tica. È già suc­cesso. E i due con­si­glieri regio­nali man­dati a Roma sareb­bero a tutto con­ce­dere rap­pre­sen­tanti dei due par­titi mag­giori, gli stessi che stanno dise­gnando una legge elet­to­rale a loro uso e con­sumo. Cioè in pra­tica si vuole con­sen­tire l’esistenza di due soli par­titi, stron­care il plu­ra­li­smo che invece è un con­cetto che per­vade tutta la Costi­tu­zione. La stessa cosa si fa met­tendo nella legge elet­to­rale la soglia di sbar­ra­mento all’8%.
Siste­mata la com­po­si­zione di que­sta Assem­blea, che dice delle fun­zioni che si imma­gina di dare a que­sti senatori-non più senatori?
Che non essendo eletti non pos­sono avere la fun­zione legi­sla­tiva che si vuole dare loro, oltre­tutto per leggi impor­tan­tis­sime come quelle costi­tu­zio­nali. Non sono espres­sione del corpo elet­to­rale, non rap­pre­sen­tano il plu­ra­li­smo, e dovreb­bero par­te­ci­pare al pro­ce­di­mento di revi­sione? Ma scher­ziamo? È una vio­la­zione pre­cisa del prin­ci­pio costi­tu­zio­nale della sovra­nità popo­lare. Ma le assur­dità non sono finite. Que­sti sena­tori dovreb­bero con­cor­rere all’elezione degli organi di garan­zia, il pre­si­dente di que­sto senato dovrebbe avere fun­zioni di sup­plenza del pre­si­dente della Repub­blica, rap­pre­sen­tando la seconda carica dello stato… Basta, sono senza parole.

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