Gentile Ministro Cécile Kyenge,
vorremmo diffondere il più possibile non tanto il calendario dei Suoi impegni di lavoro, ma il nostro impegno.
Le scriviamo da privati cittadini mossi dal desiderio di dichiarare la nostra partecipazione e simpatia alla Sua Persona che è stata più volte offesa in modo indegno di un paese civile.
Gli inqualificabili atteggiamenti che l’hanno riguardata offendono anche noi, che non condividiamo assolutamente né le parole né gli atti compiuti e tanto meno la vuotezza di un ragionamento che si fa insulto e non parola.
Ci rivolgiamo a Lei senza retorica, ricorrendo alla memoria di due semplici citazioni.
La prima è nella nostra Costituzione: l’ art. 3 e l’ art. 10 sanciscono dei diritti che riteniamo sacri, inviolabili e non discutibili, riguardano tutti, senza fare differenze, quelle differenze che hanno procurato e procurano ancora dolore e angoscia.
L’altra citazione è famosa e riguarda Albert Einstein appena giunto in America: a chi gli chiedeva “di che razza fosse” ebbe a rispondere con acutezza, semplicità e anche ironia che “apparteneva alla razza umana”, distruggendo in pochissime parole un falso mito che purtroppo continua a risorgere, che si insinua velenoso ammantato da pseudo-sillogismi sul colore della pelle, la provenienza geografica ecc.
Sono queste, come si dice, cose risapute? Fino a un certo punto, però, visto che così spesso risorgono parole e atteggiamenti che saranno anche propaganda elettorale ma che essenzialmente sono l’emblema di povertà d’animo e di intelletto.
Ribadiamo, dunque, la nostra indignazione e il nostro disprezzo per simili manifestazioni, e Le ricordiamo la nostra amicizia.
Il Circolo di Milano dell’associazione Libertà e Giustizia
Nota: questa lettera, oltre ad apparire su questo sito, è stata inviata all’indirizzo e-mail di Cécile Kyenge