Carissimi Maurizio e Stefano,
avrei voluto essere oggi con voi a Roma. purtroppo per ragioni indipendenti dalla mia volontà non mi è stato possibile e me ne dispiace moltissimo perché l’Assemblea di oggi – con il percorso che intende aprire – ha un’importanza particolare. non è il solito appuntamento romano un po’ rituale, per ricordare che si esiste. Risponde a un’esigenza profonda, per certi versi drammatica, di un’area ampia di cittadini smarriti, disorientati, potenzialmente condannati alla condizione di homeless politici i quali avvertono i rischi gravi dell’attuale situazione – rischi che riguardano le fondamenta del nostro ordine democratico -, e la confusione che li accompagna.
Mai nella nostra storia repubblicana, mai, una crisi economica di questa portata si è intrecciata a una crisi politica così grave e a un’incertezza istituzionale così profonda, accompagnate da una frontale offensiva contro i principii fondamentali del nostro ordinamento democratico che affida a un ceto politico per molti aspetti squalificato il compito di una massiccia manomissione costituzionale, perseguita con preoccupante indifferenza a ogni argomentazione contraria (ancora ieri è stata avviata alla Camera come se niente fosse la discussione del Disegno di Legge Costituzionale proposto dal Governo, di modifica del procedimento di revisione costituzionale ex art. 138 della Costituzione).
In questo contesto è indispensabile e vitale una parola di chiarezza, tra tanta confusione e omertà.
Poche, essenziali parole chiare – su Costituzione, lavoro, rappresentanza -, per chi cerca ancora una ragione del proprio impegno civile, e una speranza in una sfera pubblica altrimenti impraticabile.
Grazie dunque, per aver aperto questo spazio e questo possibile percorso. Un caro augurio di buon lavoro.
Marco Revelli
Cari amiche, amici,
saluto tutti i partecipanti a questa Assemblea scusandomi innanzitutto per la mia assenza legata a motivi personali. Questo non mi impedisce però di manifestare la mia adesione e quella dell’intero movimento Un’altra Storia, che presiedo, e dunque il nostro sostegno al percorso intrapreso, intenso e partecipativo.
Un’adesione che è garanzia d’impegno a cominciare dalla manifestazione prevista per il 12 ottobre, e che vede in questo per l’applicazione della Costituzione, una priorità fondamentale ed essenziale in un momento politico in cui occorre riprendere in mano quei valori fondanti della politica come servizio alla cosa pubblica e riaffidare ad essa il ruolo che le è preposto.
Ho trovato diversi e molteplici punti di coincidenza e comunione tra i valori ed i contenuti esposti e quelli del movimento Un’altra Storia, nato sette anni fa sull’onda dell’esperienza politica sviluppata con la mia candidatura alla presidenza della Regione siciliana. Un’esperienza politica basata sulla partecipazione dal basso e sulla difesa dei diritti di legalità e democrazia, che ha visto una grande movimentazione attraverso il protagonismo dei cittadini, nell’elaborazione del Programma partecipato per la Regione siciliana, che hanno lavorato e portato il loro contributo nei Cantieri, i luoghi aggregativi della partecipazione. Tanti i punti di contatto, in cui ci siamo ritrovati, rivivendo quel vigore e quella spinta al Cambiamento, a partire dal valore della Costituzione e dalla sua applicazione, in quanto strumento in grado di recuperare passione politica e dimensione del Bene comune, di garantire i diritti democratici, la centralità del lavoro e la dignità della persona, la legalità democratica, nonché il diritto alla rappresentanza reale.
Temi che non possono più aspettare, su cui bisogna agire, senza lasciarci travolgere dall’ondata dell’emergenza, ma con un’analisi chiara e puntuale che riporti al centro la persona e e i suoi diritti costituzionali; temi che ritengo vadano trattati sotto un profilo europeo per ridare centralità alla Carta fondamentale dei diritti in Europa, che è parte integrante del Trattato di Lisbona.
Il 20 settembre di quest’anno abbiamo programmato a Palermo un’iniziativa che parte proprio dall’esigenza di colmare il vuoto politico che si è venuto a creare in questi anni, a causa di una mala-politica, intrisa di cinismo e trasformismo, che ha allontanato sempre di più i cittadini, rendendoli disillusi e insoddisfatti. Un’occasione di analisi, confronto e dibattito per attivare spazi politici fuori dai linguaggi e dalle forme tradizionali della politica, nell’interesse primario delle cittadine e dei cittadini.
Un caro saluto e buon lavoro a NOI,
Rita Borsellino