È successo anche questo, nell’apatia politica che le “larghe intese” stanno seminando in tutti noi. Mezzo consiglio dei ministri lascia Palazzo Chigi e si precipita a Palazzo Grazioli, sede distaccata di tanti governi e forse anche di questo.
I ministri sono “allibiti” per la sentenza della Corte Costituzionale e vanno a dare solidarietà a Berlusconi, ovviamente vittima di quella Corte che tante volte ha attaccato.
Già questo gesto non sembra ispirato a quel rispetto istituzionale che in genere si chiede all’ esecutivo. Ma non è la prima volta che accade qualcosa del genere. Capitò nella prima Repubblica che il presidente del Consiglio Giuliano Amato abbandonasse l’ ufficio e si precipitasse a Via del Corso a dare la solidarietà a Craxi riunito colla direzione del PSI per attaccare Mani Pulite che lo stava indagando. Allora la cosa fece scandalo.
Oggi a lasciare il suo posto e portare la sua solidarietà al Capo insieme agli altri ministri è addirittura il ministro delle Riforme, colui che deve riscrivere la nostra Costituzione. Uno a cui il concetto di separazione dei poteri dovrebbe dire qualcosa. Uno che ha l’ ambizione e il compito di vegliare sul lavoro dei “saggi”.
Il “saggio” per eccellenza. Non sa nemmeno che non dovrebbe farlo, di andare a protestare contro la sentenza della Corte. La sua solidarietà a una della parti in causa è davvero “scandalosa”.
Chissà cosa farà quando metteranno mano, nella seconda parte della Costituzione, ai compiti e alla composizione della Corte.
Chissà se qualcuno interverrà per difendere l’autonomia e il ruolo indispensabile in ogni democrazia.
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