Proposte di riforme piccole e grandi

01 Marzo 2013

Libertà e Giustizia presenta alcune proposte di riforme e provvedimenti a breve e lungo termine formulate in questi giorni post-elezioni: dalla riforma elettorale ai tagli dei costi della politica, dalle norme sui conflitti d’interesse alle discipline contro la corruzione e ai possibili regolamenti parlamentari

Libertà e Giustizia presenta alcune proposte di riforme e provvedimenti a breve e lungo termine formulate in questi ultimi giorni post-elezioni:

Provvedimenti da attuare a breve termine:

  • Riforma della legge elettorale
  • Norme severe sui conflitti d’interesse, disciplina contro la corruzione, a cominciare dalle norme penali sul falso in bilancio
  • Taglio radicale dei costi della politica
  • Eliminazione di ogni beneficio aggiuntivo rispetto alle indennità, a loro volta riportate a cifre socialmente accettabili, con un intervento che azzeri gli appelli alle competenze locali
  • Riduzioni delle retribuzioni della dirigenza pubblica
  • Rottura delle cordate di magistrati amministrativi che ormai governano le strutture pubbliche
  • Pienezza democratica al mondo sindacale per troppi versi perduta, con una legge sulla rappresentanza che davvero possa stare in un programma dei cento giorni
  • Restituzione della dimensione costituzionale ai diritti del lavoro abrogando l’articolo 8 del decreto dell’agosto 2011 che permette di stipulare accordi anche in contrasto con le leggi vigenti, ampliando così in maniera abnorme il potere imprenditoriale
  • Riforma del sistema dei mezzi di comunicazione

Proposte sui regolamenti parlamentari:

  • Unificare le procedure e la sede tra Montecitorio e Palazzo Madama per la partecipazione diretta e permanente del Parlamento alle decisioni dell’Unione Europea (in sintonia con la precisa “legge comunitaria” varata dal governo Monti)
  • Assicurare poteri e tempi certi e adeguati per l’istruttoria legislativa delle commissioni permanenti; ripartire in tre parti uguali i tempi di lavoro parlamentare tra maggioranza, governo ed opposizione; assegnare date e tempi certi per la discussione dei provvedimenti in aula
  • Per ridurre il fenomeno dell’ostruzionismo imporre ai gruppi il dovere di selezionare gli emendamenti più importanti; innalzare il numero minimo di parlamentari per la formazione dei gruppi; eliminare gli incentivi alla formazione di tali gruppi; vietare la prassi dei maxiemendamenti; assicurare la presenza periodica del presidente del consiglio in Parlamento, anche con la tecnica del premier question time
  • Ricostruire la vitalità delle commissioni parlamentari, come comunità di base per ritrovarsi insieme davanti a progetti concreti adeguando ai tempi l’attuale meccanismo parlamentare. Il Parlamento deve diventare l’interporto delle rappresentanze smarrite: la rappresentanza dei lavoratori-isolati-di massa, degli “invisibili”, dei non-cittadini, della “società informata” che vive la Rete, prima come strumento di associazione virtuale e poi come mobilitazione politica reale, la rappresentanza dei territori abbandonati, in una parola la “parlamentarizzazione”, cioè il ritrovamento di queste “molte Italia” in un rapporto continuo e diretto con la democrazia parlamentare

 

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