Quei 100 deputati che faranno la differenza

20 Febbraio 2013

Un Movimento 5Stelle, che porti in Parlamento100 deputati, è già in condizione di fare saltare gli scenari fin qui conosciuti.

Che brutta campagna elettorale… E’ cominciata male, rischia di finire peggio. Da quando non è più possibile pubblicare i sondaggi il clima si è ancor più avvelenato. L’assurdo divieto favorisce indiscrezioni, voci, sospetti. Nell’ignoranza trionfano gli imbonitori. E chi è il primo in questo campo? Lui, Berlusconi, che proclama d’avere già realizzato il sorpasso sul centrosinistra e, come futuro vincitore, non solo promette di restituire l’Imu, ma spiega le modalità per ottenere il rimborso. La lettera spedita agli elettori, sotto la dicitura “Avviso importante”, quasi si trattasse di una comunicazione dell’Agenzia delle entrate, è un falso che alcuni hanno preso per una comunicazione ufficiale. Forte di una sfrontatezza senza pari, il Cavaliere “bugia continua” non conosce i limiti delle decenza. Tuttavia, è ben difficile che la corsa elettorale si concluda come lui la racconta. Anzi, malgrado l’iniziale “ripresina”, Berlusconi, stando ad alcune previsioni, avrebbe ormai il fiato sul collo del Movimento di Beppe Grillo. Che potrebbe superare il 20 per cento. Addirittura, sopravanzare il Pdl, ponendosi come secondo partito, dopo la coalizione di centro sinistra. Il che aprirebbe un dopo-elezioni del tutto imprevisto.

Vedremo. Nel crescente polverone, è difficile orientarsi. Certo, l’onda dello tsunami grillino ha raggiunto Milano e ha travolto anche piazza Duomo, come ci raccontano le cronache. Grillo è stato assai abile in questa campagna elettorale. Ha riempito le piazze e ha rifiutato le insidiose interviste in tv, ma della televisione si è servito come strumento di propaganda. Ha azzeccato spesso le critiche, assecondando la foga di cambiamento di un’opinione pubblica rabbiosa e angosciata, dunque disposta ad assecondare anche le sue promesse più inconcludenti e meno realizzabili. Se il clima sociale oscilla tra paura ed esasperazione, e il grosso dei partiti tradizionali non percepisce le ansie che attraversano il Paese, anche le reazioni emotive più esasperate e incontrollate trovano il loro spazio.

Si attende, dunque, il risultato elettorale tra crescenti incertezze. La previsione iniziale non è messa in discussione. Il centrosinistra dovrebbe tagliare il traguardo di lunedì 25 febbraio come primo schieramento politico. Ma con quale vantaggio? Vincerà alla Camera e anche al Senato oppure al Senato non vincerà nessuno? La domanda racchiude il rischio di questa elezione: il pericolo che si innesti una situazione di instabilità. C’è, del resto, chi ha lavorato per questa prospettiva: perché dalle urna non esca un responso definitivo, ma un risultato da definire e da “sistemare” successivamente attraverso le estenuanti trattative che erano pane quotidiano della prima Repubblica. Berlusconi, ad esempio, sa di non poter vincere, ma gli basterebbe “perdere bene”, assicurarsi, vale a dire, una rappresentanza parlamentare sufficiente per condizionare il “debole” vincitore. Con uno schema non troppo diverso si è mosso Monti. L’obiettivo del Professore è un voto senza vincitori. Un pareggio che faccia del suo schieramento l’ago della bilancia. Con un Centro in grado di scomporre la destra e la sinistra e di dettare le condizioni per un governo di larghe intese, sbocco a questo punto necessario per evitare la paralisi e l’impetuoso ritorno dello spread.

Sono molte le variabili di queste elezioni, le prime, dopo vent’anni, senza un quadro politico bipolare. E c’è, soprattutto, la variabile Grillo. Un Movimento 5Stelle, che porti in Parlamento100 deputati, è già in condizione di fare saltare gli scenari fin qui conosciuti. Qualsiasi governo avrebbe difficoltà a portare avanti la sua attività legislativa. L’opposizione può sempre mettersi di traverso: emendamenti a pioggia, raffica di votazioni per appello nominale, continue richieste di verifica del numero legale. Così potrebbero andare le cose se la rappresentanza grillina portasse nelle aule parlamentari la parola d’ordine della campagna elettorale:”Tutti a casa, politici arrendetevi”. Ma una cosa è dettare le regole a un Movimento quando si sta fuori e si giudica e decide servendosi solo del web, altra cosa è quando i rappresentanti di questo Movimento entrano nelle istituzioni e si sentono persone, non soli numeri, destinate, quindi, ad agire nella realtà. Si può scegliere la strada di un’opposizione irresponsabile e populista, oppure un approccio non pregiudiziale, capace di alternare critiche e consensi sulla base dell’agenda proposta dall’esecutivo. Questo approccio, ispirato al necessario pragmatismo, si è riscontrato, da parte del Movimento, in più di un’amministrazione locale. Si confida in un’evoluzione troppo ottimistica? I percorsi politici sono talvolta diversi da quelli prefigurati all’origine. Ma perché l’esito sia positivo c’è una condizione necessaria: un governo autorevole, con una maggioranza “convinta” e una meta comune da perseguire senza equivoci.

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