Il testo della nostra Costituzione non lo ricordiamo in molti. Lo abbiamo studiato a scuola, ne recitiamo qualche stralcio a memoria, ma se dovessimo davvero provare a a spiegare a qualcuno, a raccontare ai nostri amici, parenti, vicini, cosa c’è nella Costituzione, cosa dice esattamente la carta fondativa della nostra Repubblica, forse non riusciremmo. Rileggere la Costituzione, riportarla al centro non tanto del dibattito politico ma della nostra vita quotidiana. E farlo attraverso mezzi diversi, come una canzone, un videoclip, uno spettacolo televisivo. E’ quello che hanno pensato, muovendosi in una singolare quanto non programmata sintonia, alcuni artisti italiani, facendo tornare la nostra Costituzione, da qualche giorno, prepotentemente d’attualità.
Shel Shapiro, musicista e cantautore, presenta il videoclip di “Undici” (con la regia di Marco Risi), la canzone che ha realizzato e che ha reso disponibile in anteprima su Repubblica.it e che sarà su iTunes, nella quale canta e recita i primi undici articoli della nostra carta costituzionale. E lunedì prossimo, il 17 dicembre, RaiUno, alle 21.10 vedrà il ritorno sul piccolo schermo di Roberto Benigni con “La più bella del mondo”, due ore di spettacolo che Roberto Benigni, in diretta dallo studio 5 di Cinecittà, dedica ai dodici principi fondamentali della Costituzione. Come mai questo improvviso ritorno di attenzione da parte degli artisti per la la Carta? “In questo particolare momento storico”, dice Benigni, “ci stiamo tutti un po’ perdendo, bisogna riscoprire chi ci ha indicato e illuminato la strada con semplicità. L’ho riletta ed è straordinaria: la più bella del mondo, la nostra Costituzione. Mi sono occupato di Dante e della sua opera che illustra il cielo di Dio, con la Costituzione torniamo nel cielo degli uomini”.
IL VIDEO UFFICIALE DELLA CANZONE “UNDICI”
Anche Shapiro pensa che sia importante oggi tornare alla Costituzione, rileggerla e riscoprirla, “perché dobbiamo essere coscienti, in un momento difficile come questo, che la responsabilità è la nostra, perché, come dice la Costituzione, la sovranità è del popolo”. L’intento di Shapiro (“sono uno straniero diventato italiano”) è soprattutto quello di portare la Carta ai giovani, “Il soggetto principale sono i ragazzi. Mi piacerebbe scuotere il disinteresse dei ragazzi per la politica. I giovani non credono di poter cambiare qualche cosa, nessuno ricorda loro che invece sono responsabili, che la sovranità appartiene al popolo, quindi a loro, a tutti noi. Negli anni passati chi ci ha governato si è guardato bene dal raccontare cose che potevano servire alla società italiana, mentre invece se semplicemente conoscessimo la Costituzione e la rispettassimo, la mettessimo in pratica, le cose potrebbero andare in un altro modo”.
E mentre Libertà & Giustizia propone “un’alleanza per la Costituzione”, l’iniziativa di Shapiro ha avuto il plauso di molte personalità, tra le quali il giudice Gherardo Colombo (“La qualità della società nella quale viviamo dipende dal lavorio che quotidianamente ognuno impiega per realizzare la Costituzione. Come può succedere se non la si conosce? Shel Shapiro ha scelto, per diffonderla, la sua strada, la strada della musica. Undici è uno strumento molto importante (e molto piacevole) per diffondere il nucleo essenziale della costituzione), ma anche di altri artisti, primo fra tutti Claudio Baglioni: “Mi auguro – ha dichiarato Baglioni, commentando “Undici” – che iniziative di questo genere si moltiplichino, per farci riflettere e ritrovare quei valori e magari ispirare, idee, comportamenti e azioni in grado di aiutarci a superare questo difficile momento e consentirci di guardare al futuro con lo stesso spirito alto, libero, limpido e positivo con il quale al futuro hanno guardato – centocinquanta anni fa – i Padri dell’Unità d’Italia e – sessantacinque anni fa – quelli della Repubblica”.
Giusto un anno fa Baglioni aveva dedicato anche lui un brano alla Costituzione italiana, intitolato “L’Italia è”, con l’idea di offrire uno spunto di riflessione che potesse aiutare a ritrovare i valori e il senso profondo dello stare insieme, “senza i quali è impossibile sia affrontare la crisi del presente, che immaginare un futuro degno di questo nome”, dice Baglioni presentando il brano, “nei momenti difficili troviamo rifugio e ispirazione nei valori veri, quelli che non temono le insidie del tempo, né le fragilità degli uomini: le stelle fisse che aiutano a tracciare la rotta in grado di condurci, sani e salvi, in porti sicuri”. E a Baglioni ha fatto eco anche Moni Ovadia: ” Don Andrea Gallo ripete spesso che oltre a fare riferimento ai Vangeli canonici si ispira ad un altro Vangelo: i primi 12 articoli della Costituzione. Il manifesto politico sociale in musica di Shel ha un impatto immediato fatto per iscriversi con forza e necessità nella memoria individuale e collettiva, soprattutto in quella di giovani e giovanissimi che hanno la preziosa opportunità di interiorizzare i grandi diritti come repertorio esistenziale per le loro vite. I nostri media pubblici dovrebbero trasmettere questo manifesto di Shel prima di ogni notiziario e di ogni trasmissione di informazione politica con lo scopo di fare diventare la nostra legge fondamentale patrimonio condiviso. Le scuole di ogni ordine e grado farebbero bene a proporlo come un inno democratico per gli studenti”.
Non tutti si sono schierati al fianco di Shapiro e di Benigni, a criticare le iniziative del musicista anglo-italiano e dell’attore toscano ci ha pensato Marcello Veneziani dalle pagine del Giornale qualche giorno fa: “Ma cos’è questa pedagogia ruffiana, leggermente puttanesca, sulla Costituzione e cosa c’entrano la musica, la bellezza, l’amore con una Carta e le sue leggi?… in un Paese serio li denuncerebbero per atti di libidine sulla Costituzione”. Certo è difficile essere d’accordo con Veneziani e considerare una canzone o uno spettacolo televisivo come degli “atti osceni”. Ma se c’è qualcuno che può pensarlo forse allora hanno davvero ragione Benigni e Shapiro, il momento è davvero quello giusto per rileggere la nostra Costituzione, per riscoprire i piccoli grandi mattoni sui quali è stata edificata la nostra Repubblica e fare in modo che possano essere i mattoni sui quali provare a edificare il nostro migliore futuro.