Fare bene le primarie è condizione necessaria ma non sufficiente per provare a vincere le elezioni politiche. Alleanza politica, programma, legge elettorale, crisi economica, contesto internazionale sono variabili altrettanto importanti.
Ho imparato questa banale lezione durante il mio impegno organizzativo nelle prime primarie svoltesi in Italia nel 2005 lavorando a fianco di un gruppo affiatato di giovani e di esperti politici.
Allora le regole per le primarie le pensò Parisi che le sottopose per l’approvazione ai rappresentanti della coalizione. Attenzione però: questi coincidevano esattamente con i candidati per le primarie. Bisognerebbe fare oggi la stessa cosa poiché le regole principali della convivenza, in un partito, un una coalizione, o in qualsiasi associazione, vanno stabilite comunemente.
Ebbene nessuno si sarebbe mai sognato di pensare un percorso ad ostacoli atto a scoraggiare l’elettore a recarsi ai gazebo come quello previsto dalla bozza di regole fatta trapelare ieri.
Proviamo ad immaginare quello che accadrà se verranno confermate le indiscrezioni. Una elettrice o un elettore dovrebbe infatti chiedere, temo più di una volta e non si sa a chi, dove sta l’ufficio elettorale per il ritiro del proprio certificato elettorale. Si dovrà munire di un mezzo di trasporto per andare a ritirarlo, trovando la fila perché firmare tutti i documenti previsti, e fornire i dati che vanno trascritti, ci vogliono diversi minuti. Se poi lo stesso elettore li vuole pure leggere i documenti e le impegnative le primarie le facciamo dopo le elezioni.
Successivamente questo stesso elettore, sempre automunito, almeno nei grandi e medi centri urbani, dovrà andare da una altra parte, fare ancora una lunga fila e forse riuscirà a votare. Non è finita però, la settimana dopo altra fila ai gazebo e con il cappotto di lana, perché di questo periodo una domenica su due è di pioggia, neve e vento. Ma se quell’elettore non ha partecipato al voto la domenica precedente, si fa la fila, gli impediscono di votare e manda a quel paese noi tutti. Più che una primaria pare il Giro d’Italia o la Mille Miglia.
Sono due le cose che non funzionano in questa procedura e che finiscono per far restringere e di molto la partecipazione: la creazione dell’ufficio elettorale distinto dai seggi e il doppio turno.
Sulla prima ho già detto. Aggiungo solo che la procedura di adesione dell’elettore al centrosinistra andrebbe semplificata all’atto del voto. Sulla seconda: ma se sono gli stessi candidati che all’atto dell’accettazione firmano il solenne impegno a sostenere chiunque vinca e sono gli stessi elettori che si impegnano a farlo al seggio elettorale che bisogno c’è di un doppio turno. Chi prende un voto in più vince e gli altri lo sosterranno lealmente. Per non parlare della follia del secondo turno riservato solo a chi partecipa al primo. In quale parte del mondo si vota in questo modo?
Da qui la mia proposta rivolta soprattutto al segretario del nostro Partito. Sabato, all’assemblea nazionale si proceda, come lui ha solennemente più volte detto, alla modifica della norma statutaria che permetta a diversi candidati di presentarsi e si approvi un documento che prefiguri le regole di ingaggio per la presentazione delle candidature ( firme di delegati o di cittadini che non possono essere inquadrate nel ambito di un solo partito) per poi delegare al tavolo dei rappresentanti dei candidati la definizione di regole condivise per lo svolgimento delle primarie.
Appunto. Per fare delle primarie il passaggio necessario ma non sufficiente a ricreare attorno a noi quel clima di fiducia e di passione che tantissime elettrici ed elettori sono disposti ancora, nonostante tutto, a mettere in campo.
*Maurizio Chiocchetti
dirigente del Partito democratico
membro del Direttivo dell’associazione Salviamo la Costituzione
responsabile organizzativo nella campagna referendaria del 2006 in difesa della Costituzione per i Ds, ha lavorato a stretto contatto con LeG.
Condivido sostanzialmente i dubbi di Maurizio Chiocchetti su doppio turno e ufficio elettorale distinto dai seggi. A questo proposito ritengo utile richiamare la proposta di Libertà e Giustizia/Molise che prevede un regolamento generale delle primarie valido per tutte le tipologie di competizione elettorale. Si eviterà così di dover trovare nuove regole per le elezioni dei sindaci, dei presidenti di regione, dei parlamentari nazionali ed europei.
Per quel che riguarda il registro o albo degli elettori, una soluzione ragionevole – viste le possibilità offerte dall’informatica – potrebbe essere quella di permettere ai partecipanti alle primarie di iscriversi nel seggio sia preventivamente, sia al momento del voto – evitando peraltro anomali tesseramenti – ma considerando valido il registro, naturalmente elettronico, anche per successive consultazioni primarie. Detto archivio oltre a consentire un controllo efficace su eventuali brogli, potrà rendere in seguito più snelle le operazioni di voto nei seggi ed evitare ai cittadini inutili disagi.
Si spera dunque nel buon senso dei contendenti e dei partecipanti all’assemblea del PD.
l’articolo di Ciocchetti ni ha convinta. In realtà non avevo capito che fosse così complicato. Avevo anche deciso di non andare a votare più per le primarie anche come forma di protesta per l’inefficacia della politica del PD. Invece vorrei andarci anche per sostenere Renzi. Rabbrividisco al pensiero di un’alleanza con Vendola ricordando le liti nei due governi Prodi. Penso che sia giusto cercare di uscire dalla nicchia in cui il Pd è ristretto per allargare la base degli elettori/elettrici come propone Renzi. Ostacolare Renzi con regole astruse mi sembra tipico di un gruppo dirigente senza idee. In tutti questi anni cosa ha saputo fare? Chiedere le dimissioni di Berlusconi senza proporre un programma credibile ma solo qualche ideuzza. Già non ricordo più in cosa consisteva quella sorta di decalogo proposto da Bersani qualche mese fa a parte, per accontentare Vendola, il matrimonio dei gay. Tra l’altro e le lesbiche dove le mettiamo? .
non ritengo necessario il doppio turno alle primarie,così come non credo che sia importante sottoscrivere l’appello e registrarsi come elettore di centro sinistra in quanto alle elezioni politiche poi anche quelli che si sono registrati possono votare per altre formazioni e coalizioni.
Un PARTITO serve a elaborare AL SUO INTERNO (cioè tra i suoi iscritti e militanti) le analisi, dibatterle e tradurle in obiettivi e, in sede di congresso DEL PARTITO, designare il/i leader preposti ad individuare ed attuare le startegie funzionali al raggiungimento dei suddetti obiettivi. QUESTO E’ IL COMPITO DI UN PARTITO (NON DEI SUOI POTENZIALI ELETTORI O SIMPATIZZANTI).
Nell’ambito delle stategie suddette, puà essere utile o necessario stringere alleanze CON ALTRI PARTITI (con partiti, cioè, diversi, con loro proprii obiettivi e leader), dando così vita a “COALIZIONI”.
A questo punto (e solo a questo punto: quando, cioè sono chiari e decisi gli OBIETTIVI, le STARTEGIE e le ALLEANZE), si tratta di scegliere quale tra i leader espressi (AL LORO INTERNO) da ciascuno dei partiti della alleanza, è meglio in grado di rappresentare LA COALIZIONE (ormai chiara ed espressa).
A questo punto (e solo a quasto punto) potrebbero o dovrebbero intervenire le cosiddette “primarie”, nelle quali si esprimano COLORO (n.b.: E SOLO ESSI) CHE GIA’ HANNO DECISO DI VOTARE PER LA COALIZIONE IN OGGETTO, per esprimere il leader della COALIZIONE (per fare, cioè, cio che a livello di partito, ciascun partito della coalizione fa nel proprio congresso). Chi non condivide gli obiettivi, le alleanze, le strategie NON HA CIOE’ TITOLO ALCUNO PER VOTARE ALLE PRIMARIE.
Dato che è impossibile avere la certezza che alle primarie votino solo i futuri elettori della coalizione, è logico almeno pretendere che chi vuole votare alle primarie sottoscriva una pubblica dichiarazione di intenzione di voto alle politiche. Il voto alle primarie NON E’ un diritto/dovere costituzionalmente garantito e come tale NON è legato a vincoli di segretezza: chi, magari con valide ragioni, non vuole esporsi pubblicamente, può tranquillamente astenersi dalle primarie e votare alle politiche per la coalizione. Si comporterà, cioè. come un cittadino che vota per un partito ma non è iscritto al medesimo.
Nell’ urna elettorale (quella vera, non il “gazebo delle primarie”) l’ elettore NON DOVREBBE VOTARE PER UN CANDIDATO! Dovrebbe votare per una coalizione, e per i programmi che essa propone (e che tutti i candidati alle primarie condividono o dovrebbero condividere: se così non è, non possono rappresentare la coalizione).
In tale contesto, le primarie (se proprio si vogliono tenere) devono unicamente uno strumento “tattico” (non “strategico”) e, in tale contesto, si deve solo cercare di evitare il rischio di inquinamenti esterni, come ad esempio il caso di militanti del PDL che votano alle primarie del centrosinistra per far emergere il candidato meno idoneo, oppure (come pare sia già successo a Napoli) pullman carichi di cingalesi e di cinesi che, senza avere diritto di voto alle elezioni vere, corrono a votare alle primarie (per conto di chi? con quali motivazioni?).
Non ha quindi alcuns enso che si debbano elaborare meccanismi complessi e farragginosi con preiscrizioni in sedi e momenti diversi, con doppi turni, o simili.
Insomma: alle primarie non dovremmo eleggere il parlamento o il capo del governo, dovremmo solo scegliere “il più idoneo a farci vincere” non “l’unico che può farcela”.
Purtroppo, però, si vuole nascondere dietro il coinvolgimento pseudo-democratico del “popolo della sinsitra” l’incapacità del/dei partiti a fare il proprio mestiere, come si è detti all’inizio: di DECIDERE OBIETTIVI E STRATEGIE.
E allora nascono le “primarie” come panacea, e allora si fanno “primarie” in cui si dovrebbe scegliere tra candidati dello stesso partito (e i congressi di partito, allora, a cosa servono?) e per fare ciò si contraddicono i termini dello “statuto di partito” (e si cambia lo statuto alla bisogna: ma a che serve, allora uno “statuto”?), si arriva come in passato a pensare alle primarie per scegliere il segratario di un partito (in cui cani e porci avrebbero dovuto dire chi diventa il segratario in un partito di cui, magari, non sono neanche simpatizzanti) ……
Se mi faranno una proposta politica politica convincente li voterò, invece voterò per altre coalizioni o se neppure loro mi convincono, mi asterrò, ma non mi vengano a chiedere “che proposta vuoi che ti faccia, per votarmi?” Il paese non è una trasmissione di Marzullo: “si faccia una domanda e si dia una risposta” !
Lunedì sera da Fazio, Matteo Renzi ha detto che chiunque voti per un candidato alle primarie poi alle politiche naturalmente lo rivoterà, se ha vinto le primarie. In questo sta proprio il pericolo maggiore del renzismo. L’elemento che lo rende pericolosamente vicino a quell’assenza di pudore e scrupoli che è una cifra precisa del berlusconismo. Scusa! Ma chi partecipa a qualcosa poi non ha il dovere di sostenere la cosa stessa anche se non ha vinto la sua personalissima opinione? Caro Maurizio, a proposito piacere, questo aspetto è da risolvere assolutamente. Io non voglio andare a votare insieme a furbi e cinici di qualsiasi colore!