I giorni della melma sono tornati. Chi si era illuso che il tramonto del potere di Silvio Berlusconi coincidesse con una fase di serenità istituzionale, si è dovuto ricredere. Il motivo è uno solo: nemmeno il cavaliere è padrone esclusivo di se stesso. Troppi anni di intese e patti inconfessabili. Troppa melma. Berlusconi è ancora prigioniero del suo passato e delle tante cose non dette.
Non poteva, anche se lo avesse voluto, semplicemente abbandonare il campo e godersi giorni spensierati, lasciando al loro destino vecchi amici e consolidate alleanze.
Ecco perché torna la melma. Panorama attacca il Capo dello Stato con un articolo che ricorda il metodo di Op e di Mino Pecorelli. Dire e non dire, ammiccare, far credere di saperne molto di più e di avere le carte nel cassetto.
Lo stile di quella melma che aveva infettato lo Stato e mortificato la trasparenza delle istituzioni.
Lo stesso che è all’origine della trattativa sulla quale la procura di Palermo ha cercato di far luce. Perché finisca una volta per tutte il tempo della melma e delle morti eccellenti: la democrazia, i magistrati, i cittadini innocenti. Il ricatto c’è, e oggi si sa da che parte viene.
In un momento così grave per gli italiani, nel momento e nei giorni peggiori. Come sempre, come allora.