Videocrazia. Semplici talk show. E non “luoghi in cui i rappresentanti delle istituzioni devono parlare ai cittadini”. Cresce la polemica sulla presenza di Mario Monti nella puntata di Porta a Porta, prevista domani sera, in cui il premier dovrebbe spiegare i contenuti della nuova manovra finanziaria. Sono migliaia i cittadini che stanno sottoscrivendo l’appello “Monti non andare in quel salotto”, lanciato oggi da Libertà e Giustizia, l’associazione presieduta da Gustavo Zagrebelsky e Sandra Bonsanti. Tante le firme di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Tra le altre: Claudio Magris, Ermanno Olmi, Tullio Pericoli, Valerio Onida e Marco Revelli.
A reti unificate. Numerosi gli interventi. Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale: “I rappresentanti delle istituzioni chiedano di utilizzare spazi televisivi appositi a reti unificate”. Ancora: “E’ una questione di stile e di messaggio che si vuole far giungere ai telespettatori. E sull’utilizzo dei programmi tv da parte degli esponenti del governo: “vengano usati come luoghi di approfondimento e non come vetrina”. Tra le nuove adesioni: Luciano Gallino, Rossella Archinto, Carlo De Benedetti, Nando Dalla Chiesa.
“Siamo profondamente offesi”. E al premier che ha definito le critiche alla sua partecipazione a Porta a Porta come “frutto solo di un’onda di eccitazione psico drammatica”, replica Sandra Bonsanti: “A nome delle migliaia di cittadini italiani che hanno firmato l’appello di Libertà e Giustizia, la informo che ci sentiamo profondamente offesi. Spero proprio che non sia vero. Di offese gratuite e di mancanza di rispetto per il dissenso abbiamo molto sofferto in questi 17 anni. Ci dispiacerebbe riscontrare che col governo Monti nulla cambia se non i sacrifici per i più poveri. I motivi per i quali noi di LeG non la guarderemo stasera sono riassunti negli interventi sul nostro sito. Continueremo a seguire con attenzione e rispetto le misure del suo governo, a partire dall’asta sulle frequenze Tv”.
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