Sono rimasto deluso e amareggiato alla notizia che Mario Monti, dopo aver presentato la manovra in Parlamento, andrà da Vespa a «Porta a Porta». Tutto è simbolico. Credo che Monti vada sorretto in tutti i modi in questo momento così drammatico. L’ho scritto anche sul Corriere l’altro giorno. Ma questa notizia mi fa trasalire. Non si è tanto parlato di discontinuità in queste settimane? Vespa rappresenta la centrale del berlusconismo di questi decenni, il ponte con un passato da cancellare, l’immagine della continuità. Il presidente del Consiglio che si è addossato un impegno così gravoso e meritorio non deve andare in quello studio né prima dei suoi interventi in Parlamento (ci mancherebbe altro) né dopo. Sembra che lui e i suoi consiglieri conoscano poco la società italiana e l’opinione pubblica. «Tutto come prima», diranno i cittadini chiamati a fare sacrifici non per loro colpa. Mi stupiscono anche i leader della vecchia opposizione che sembra abbiano perduto il polso del pensare comune e non hanno fatto obiezioni a una notizia che non è certo politicamente trascurabile. Ci sono altri modi per mostrare che il clima è cambiato. Una dignitosa e autorevole conferenza stampa a palazzo Chigi con i giornalisti italiani e stranieri verrebbe trasmessa da tutte le reti televisive informando un numero più elevato di persone. «Porta a Porta» non è il popolo italiano.
Corrado Stajano (Corriere della Sera, 4 dicembre 2011)
L’articolo del Corriere della Sera di martedì 6 dicembre 2011
L’articolo de la Repubblica di martedì 6 dicembre 2011
L’articolo di repubblica.it di lunedì 5 dicembre 2011
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