Finalmente la Commissione UE prende sul serio l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie.
Un giusto provvedimento per limitare la finanza speculativa, che sposta montagne di soldi, ma non costruisce nemmeno una vite
La “Campagna 005” – con la forza delle numerose associazioni che la compongono(**) – sostiene da tempo l’approvazione della tassa dello 0,05% sulle transazioni finanziarie (TTF).
Negli ultimi anni il valore degli scambi finanziari è diventato immenso, rispetto a quello dell’economia che “fa le cose” (economia reale)
FINANZA: 4.000 miliardi di dollari al giorno,
ECONOMIA REALE: 15.000 miliardi di dollari all’anno.
Così questa piccola tassa diventa sostanziosa se applicata alle operazioni ad altissima frequenza, eseguite con computer che eseguono in pochi secondi l’acquisto o la vendita di grandi quantità di titoli, provocando l’aumento dei prezzi di cibo e altri beni essenziali, con conseguenze devastanti che abbiamo visto nelle economie più fragili.
La critica principale mossa alla TTF (anche da Tremonti) è “o tutti o nessuno”. Ovvero, ci sarebbe una fuga di capitali, se non venisse applicata in tutti i paesi.
Ma è una balla.
Infatti, il Fondo Monetario Internazionale – che ha monitorato 13 paesi dove esiste un’imposta come la TTF – afferma che non si è registrata alcuna fuga di capitali.
Anzi, in Inghilterra, dove vige un prelievo dello 0,05%, non solo la City è affollata di operatori, ma la Duty Stamp Tax le frutta ogni anno oltre 5 miliardi di sterline.
Ecco perché la proposta Barroso – considerando diffusione già in atto di questa tassa in molti paesi – intende principalmente armonizzarne il regime, per farne uno strumento politico della UE.
E non sono spiccioli.
Parliamo di oltre 200 miliardi di euro nella sola Europa, anche se stime prudenziali si attestano – almeno nell’esordio – a circa 50-60 miliardi. Risorse da destinare alle politiche sociali, cooperazione allo sviluppo, lotta contro i cambiamenti climatici, settori danneggiati dalla crisi.
Ma la nostra Campagna 005 vuole evidenziare soprattutto il valore politico della TTF:
- maggiore giustizia: oggi chi specula paga meno tasse di chi lavora;
- ridistribuzione delle ricchezze: far pagare la crisi ai grandi speculatori che l’hanno provocata, risarcendo almeno in parte noi cittadini;
- controllo: la politica – cioè noi cittadini – torna a regolare la finanza.
- investire nell’economia reale: si spostano risorse utilizzate a fini speculativi, alle attività per fare “cose o servizi”;
- trasparenza: i flussi finanziari lasciano una traccia (tracciabilità) dei loro movimenti, consentendo così controlli in entrata e in uscita dai Paesi.
*Massimo Marnetto
Compagna 005 – Responsabile Mobilitazione
(collaborazione scientifica a cura di Andrea Baranes e Leonardo Becchetti)
(**) La Campagna Zerozerocinque (www.zerozerocinque.it ) fa parte di un’ampia coalizione internazionale; in Italia è promossa da tante organizzazioni della società civile:
Acli, ActionAid, Adiconsum, Adiconsum Basilicata, Arci, Attac, Azione Cattolica, Banca Popolare Etica, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Cgil, Cini, Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, Cisl, Cittadinanzattiva, Consorzio Città dell’Altra Economia, Consorzio Sociale Goel, CVX Italia, Economia Alternativa, Equociquà, Fair, Fiba Cisl, Focsiv – Volontari nel Mondo, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Gcap – Coalizione Italiana Contro la Povertà, Legambiente, Lega Missionaria Studenti, Libertà e Giustizia, Lunaria, Microdanisma, Mani Tese, Mag Verona, Oxfam Italia, Reorient, Save the Children, Sbilanciamoci, Social Watch Italia, Un ponte per, Volontari Terzo Mondo – Magis, Wwf Italia.