Gli occhi del mondo sono puntati sull’Italia per vedere quali seri provvedimenti di rigore e rilancio il governo sia pronto a mettere in campo immediatamente e quale affidamento il nostro paese può garantire sulla volontà di superare questa fase più acuta della crisi. Noi però offriamo lo spettacolo di un grande campo zeppo di militanti eccitati che giocano alla secessione guidati da un ministro della Repubblica. Purtroppo non c’è solo Berlusconi a infangarci all’estero, è un Paese intero che dovrà trovare la forza di rinascere dalle ceneri fumanti di questi anni bui. Ma è proprio vero che non c’è alternativa al disastro programmato? Chi pagherà il conto?
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