Un personaggio scomodo Giusi La Ganga (anche Benigni lo cita nel suo intervento a Biennale democrazia). Ex parlamentare socialista, all’inizio degli anni Novanta patteggia con la procura di Torino la sua uscita da Tangentopoli: 1 anno e otto mesi per finanziamento illecito ai partiti. È uno dei pochi craxiani a non essere finito alla corte di Berlusconi e da qualche giorno torna in prima linea per cercare i voti necessari – almeno 1200 – per entrare in Consiglio comunale. Contro di lui Benvenuti in Italia – la politica della galassia di Libera di don Luigi Ciotti – e Libertà e Giustizia di Torino lanciano una campagna per chiedere al Pd di escludere dalle liste persone con pendenze o precedenti penali. Giovedì scorsa alla «Fabbrica delle E» c’è stato anche una sorta di processo anche da parte dei giovani democratici ma alla fine – anche grazie a Piero Fassino – è arrivato il via libera. Nel corso di quella serata, l’ex deputato socialista, ha detto, tra l’altro che Moro e Berlinguer sono di fatto eticamente e politicamente superati. Benvenuti in Italia e LeG hanno fatto un balzo sulla sedia quando, inoltre, hanno sentito dire che “tutto va contestualizzato nella giusta cornice storica, e che quindi, a ben vedere, anche il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) doveva attingere a fondi neri per portare avanti la sua azione”.
Chiediamo a Giuseppe la Ganga di non evocare il CLN insieme a quel Partito Socialista, e di ascoltare le parole dei giovani che gli chiedono di fare un passo indietro. Dopo aver sentito dire: “Tanto i giovani mica mi conoscono, non sanno nulla di quell’epoca, basta non dirglielo”, come possiamo stupirci della distanza sempre maggiore tra politica e cittadini?
“È la fine di una storia che ci dobbiamo buttare alle spalle per costruire qualcosa di nuovo”, dice Paola Bragantini, segretaria provinciale del Pd, che motiva così la decisione della direzione democratica di candidare alle comunali Giusi La Ganga.